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Elezioni del 22 ottobre – Intervista a Alessandro Dal Ri

Il segretario PD: «Abbiamo candidato un’autentica classe dirigente, capace di prendere in mano le redini dell'Autonomia in questo momento storico difficile»

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Alessandro Dal Ri ha 35 anni, è laureato in ingegneria dell’informazione e organizzazione d’impresa e da 5 anni lavoro in una azienda informatica che sviluppa prevalentemente progetti di agricoltura 4.0, a Pergine.
È consigliere comunale a Trento e, dopo essere stato segretario del PD cittadino, è stato eletto all’inizio di quest’anno, segretario provinciale.
 
Dottor Dal Ri, si trova a guidare il PD del Trentino in un momento difficile per il suo partito. Quindi le faccio due domande di carattere generale prima di entrare nel vivo. La prima: il Trentino ha votato per la Schlein?
«In Trentino Elly ha raccolto il 65% dei voti, la stessa percentuale che ho raccolto io sul piano provinciale.»
 
La seconda: il PD trentino si è radicalizzato seguendo le orme della Schlein, o possiamo affermare che anche per voi l’autonomia non è una parola astratta?
«Il percorso del PD trentino e quello del PD nazionale sono diversi. Qui si votava per il segretario a pochi mesi dal voto delle provinciali.
«Sul piano nazionale invece si votava all’indomani della sconfitta alle politiche.
«Quindi, mentre sul piano provinciale si è giocato un congresso molto orientato sulle provinciali e in cui era più importante il mettere insieme, sul nazionale si svolto un congresso giocato invece più sulla ripartenza e sul dare nuovo slancio a un partito nazionale parso troppo piegato su se stesso.»
 
Il PD trentino ha fatto un buon lavoro in passato. Poi ha perso le primarie con Rossi e la legislatura successiva, separati, avete perso le elezioni consegnando la Provincia a Fugatti. A cinque anni da allora, cos’è che criticate dell’Amministrazione Fugatti?
«Quasi tutto. Riteniamo che su tutti i grandi nodi che riguardano il Trentino, dalla situazione demografica a quella della sanità, dalle politiche di adattamento e contrasto ai cambiamenti climatici alla transizione digitale, registriamo solo segni meno.
«L’unico più, in cinque anni, è sui numeri del concerto di Vasco avvenuto in Trentino.»
 
Avete contrastato fino in fondo la trasformazione dell’area San Vincenzo. Cosa vorreste farne se la prossima giunta fosse di centrosinistra?
«Non abbiamo contrastato di per sé l’area concerti, purché abbia un senso. Abbiamo contrastato la forzatura di organizzare un concerto da 120mila spettatori in un’area inadatta.
«Abbiamo contrastato la forzatura di voler organizzare questi concerti con i soldi pubblici dei trentini, in perdita e in modo antieconomico.
«Il centrosinistra, attraverso l’amministrazione comunale, ha già indicato la strada: area concerti (più piccola) aree verdi, aree sportive.»
 
A Piedicastello è tutto fermo da otto anni. Pensate di dare un impulso al centro Fiere che finora è rimasto solo sulla carta?
«Quello che sta succedendo sul famoso progetto Destra Adige di Trento è semplicemente vergognoso.
«Il piano guida è stato votato in Comune, in accordo con la Provincia, da più di un anno, ma nulla si muove.
«La città sta aspettando il parcheggio e la passerella ciclopedonale sull’Adige.
«L’Università sta aspettando il nuovo studentato, tutti stanno aspettando nuovi alloggi per contrastare la crisi abitativa.
«Questi ritardi di Patrimonio del Trentino e Provincia sono danni incalcolabili per lo sviluppo del Trentino.»
 
Siete favorevoli o contrati al completamento della Valdastico?
«Siamo contrari. Costruire una nuova arteria per il traffico pesante verso A22 sarebbe un suicidio, viste le emissioni e le polveri che Riva, Rovereto e Trento stanno già respirando per questa causa.
«Il nostro obiettivo è quello di spostare le merci da gomma a rotaia, infatti noi puntiamo sul progetto della TAC (Treno ad Alta Capacità).»
 
Problematica degli orsi in Trentino. Cosa fareste al posto della Giunta Fugatti?
«Per cominciare, faremmo banalmente quello che il PACOBACE già prevede, e che invece è stato sistematicamente disatteso da Fugatti.
«Inutile adesso fare decreti di abbattimento fasulli, perché costruiti già sapendo che verranno bocciati, per fingere che sia il tribunale a non lasciare operare la Giunta.
«Ugo Rossi gli orsi li ha sempre catturati e abbattuti, quando necessario.
«Ma prima di questo, ci sono tutta una serie di azioni di gestione che in questi cinque anni non sono state fatte.
«Tutto questo è doppiamente paradossale visto che Fugatti ha costruito la sua carriera politica sull’orso e che nel 2018 chiedeva le dimissioni di Rossi per la morte accidentale di Daniza durante la cattura.
«Cosa dovremmo chiedere noi a lui oggi, dopo che con la sua gestione a morire non è stato un orso, ma un uomo?»
 
Sanità. Avete idee di come ridurre le code alle visite specialistiche?
«Abbiamo idee sia sul come agire nel breve periodo per abbattere i tempi di attesa, utilizzando l’intramoenia degli specialisti, che su come ristrutturare la sanità trentina in modo che torni ad operare in modo funzionale.
«Il nostro candidato presidente, Francesco Valduga, è un medico stimato e questo è uno dei motivi per cui lo abbiamo scelto.
«Una cosa ci tengo a dire. Che noi vogliamo investire energie e risorse sulla sanità pubblica, mentre la destra di Fugatti sta facendo di tutto per passare ad un sistema privato, su modello Veneto e Lombardo.
«Quella a cui loro stanno lavorando è una transizione subdola. Del resto non servono riforme particolari, basta rendere inefficiente il servizio pubblico perché quello privato fiorisca e prenda il sopravvento.»
 
Immigrati. Cos’è che andrebbe fatto secondo voi se ne venissero inviati anche in Trentino?
F«ugatti, appena arrivato al governo della Provincia nel 2018, ha smantellato il sistema di accoglienza diffusa. Ha concentrato su Trento e Rovereto tutti i richiedenti asilo.
«In questo modo ha reso molto più complicato qualsiasi percorso di integrazione, mettendo in difficoltà i due comuni governati guarda caso dal centrosinistra.
«Una strategia che gli permette di continuare la sua retorica antidegrado, che però lui stesso ha creato.
«Una strategia suicida per la nostra terra, che invece, vista la situazione demografica e lo spopolamento di molti comuni di montagna, avrebbe bisogno di una seria politica per l’integrazione.»
 
Ultima cosa. Dica ai nostri lettori perché dovrebbero votare per il PD del Trentino.
«Il PD del Trentino si è rinnovato e si è messo al servizio del Trentino. Ha saputo cucire una coalizione ampia e aperta, ha scelto un candidato presidente credibile e competente e ha costruito una lista altrettanto aperta.
«Aperta a tante competenze diverse, a tanti settori, mondi e territori.
«Abbiamo messo al servizio degli elettori una autentica classe dirigente, capace di prendere in mano le redini della nostra Autonomia in un momento storico particolarmente difficile.»

Guido de Mozzi – g.demozzi@ladigetto.it

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