Elezioni: il centrodestra ha travolto il centrosinistra

Il Paese ha deciso di voltare pagina già lo scorso settembre. Adesso la Schlein deve convincere gli astenuti a tornare a credere nel PD. Non facile

Abbiamo atteso un giorno prima di commentare i risultati delle elezioni amministrative perché era difficile trarre conclusioni definitive in una somma così variegata di dati.
Ma oggi nessuno ha più dubbi: il centrodestra ha stravinto. La Meloni ha superato nettamente la Schlein.
Però, come cerchiamo di spiegare sempre in questi casi, le elezioni amministrative non sono un valido indicatore per il governo.
Sono certamente un segnale di come stia andando il paese, ma teniamo a precisare che la colpa non è tutta della Schlein.
E per contro il merito non è (esclusivo) della Meloni.
 
In termini generici, il Paese ha deciso di voltare pagina e ha virato a destra già con le elezioni politiche dello scorso settembre. E questi mesi, che hanno visto la Meloni all’opera, hanno dimostrato che passare a destra non è stato un salto nel buio.
E in questo Meloni ha ragione a dire «non esistono più roccaforti». La gente ha iniziato ad allontanarsi dalle ideologie per valutare invece le azioni.
Un passo avanti per la democrazia del nostro Paese.
 
La Schlein però – bisogna dirlo – non ha avuto tempo a cambiare le cose. Datele il tempo di incidere sul suo partito.
Certamente sta radicalizzando il PD e pertanto corre il rischio che alla lunga possa trovarsi sostenuta solo da quei due milioni di elettori che l’hanno portata alla segreteria.
L’astensione al voto è significativa oggi come alle politiche: il centrosinistra ha deluso i propri sostenitori, i quali però non hanno voluto votare per in centrodestra: non hanno votato e basta.
 
Altro aspetto sta nella coalizione di centrosinistra, che è ben lontana dalla solidità dimostrata dal centrodestra. Tra 5 Stelle e PD non corre buon sangue e, separati, non andranno mai da nessuna parte.
E pare che non si metteranno d’accordo neanche per le elezioni europee del prossimo anno. E quelle sì sono importanti.
D’altronde, Schlein e Conte sono lontani. Si pensi alle posizioni diverse sui temi principali del dibattito parlamentare.
Insomma, a Schlein spetta un duro lavoro, magari fatto in accordo con il suo vice, che è meno radicale di lei.