È morto Roberto Maroni. Aveva 67 anni
È stato leader della Lega, Ministro dell’Interno e Presidente della Regione Lombardia
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Roberto Ernesto Maroni era nato a Varese il 15 marzo 195
Nel 1979 conosce Umberto Bossi e tra i due inizia una collaborazione politica.
Umberto Bossi incontra a Pavia Bruno Salvadori dell'Union Valdôtaine, movimento autonomista della Valle d'Aosta, e decide immediatamente di unirsi alla sua causa e, insieme a Salvadori e Maroni, fonda la società editoriale Nord Ovest.
Dopo la morte prematura di Salvadori (1980), Bossi rimane da solo a ripianare i debiti del giornale.
Il 12 aprile 1982 Bossi, assieme a Giuseppe Leoni, Manuela Marrone, Pierangelo Brivio, Marino Moroni ed Enrico Sogliano, fonda la Lega Lombarda.
Mentre Bossi è segretario politico, Maroni contribuisce all'organizzazione del nuovo partito nella provincia di Varese, facendo anche parte del Consiglio nazionale del movimento.
Nel 1985 è eletto consigliere comunale a Varese. La Lega elegge i primi rappresentanti anche a Gallarate e nel consiglio provinciale.
Nel 1989 Roberto Maroni partecipa alla fondazione della Lega Nord, di cui ricopre dal 2002 l'incarico di Coordinatore della Segreteria politica federale presieduta dal segretario federale Umberto Bossi (fino al 2012), chiamata a decidere la linea politica del Movimento a livello nazionale e locale.
È eletto deputato alla Camera nel 1992, dove ricopre la carica di presidente del gruppo parlamentare leghista.
Entra nel consiglio federale della Lega e segue per conto della segreteria di Bossi le più importanti vicende politiche di quegli anni.
Sempre nel 1992, contribuisce alla vittoria della Lega Nord alle elezioni amministrative, culminata nell'elezione del primo sindaco leghista in una città capoluogo di provincia, Varese; Maroni entra in quella prima giunta leghista come assessore comunale al Territorio nella giunta di Raimondo Fassa.
È Ministro dellIinterno e Vicepresidente del Consiglio dei ministri, per otto mesi, nel 1994, sotto il primo governo Berlusconi.
Con la sua nomina, Maroni diventa il primo politico della storia repubblicana ad assumere la titolarità del Viminale risultando esterno alla Democrazia Cristiana, partito che aveva sempre espresso i Ministri in tale dicastero dal 1946 in avanti.
Come conseguenza della caduta del governo Berlusconi, avvenuta qualche mese dopo e le elezioni politiche del 1996, lascia il ministero.
Nel 2001 Roberto Maroni viene nominato Ministro del Lavoro con il secondo Governo Berlusconi
Tra le norme volute da Maroni in qualità di Ministro del lavoro e delle politiche sociali, vi fu la legge delega 23 agosto 2004, in base alla quale venne innalzata l'età pensionabile dai 57 ai 60 anni, poiché inizialmente previsto di cinque anni, lo scalone è stato infatti poi ridotto a tre.
È entrato in vigore nel 2008 ed aspramente criticata dalle forze di centrosinistra; il governo Prodi II l’ha poi rimodulato.
È stato rieletto deputato nelle elezioni politiche del 2006 per le liste della Lega nella circoscrizione Lombardia 2. Nella XV Legislatura è membro della Commissione Affari Esteri e della Giunta delle Elezioni.
È stato capogruppo della Lega Nord Padania alla Camera.
Il 7 maggio 2008 Silvio Berlusconi gli ha affidato l'incarico di Ministro dell'interno.
La sua proposta di prendere le impronte digitali a chi non fosse in grado di documentare la propria identità, con particolare attenzione ai bambini rom, viene da lui definita «Un provvedimento atto a tutelare i minori stessi, obbligati dai genitori ad andare a rubare o mendicare», mentre gli oppositori la definiscono «Un atto xenofobo e razzista, che costringe i bambini a pagare per colpe non loro».
Il 4 dicembre 2011 è nominato presidente della Commissione Cittadinanza, Immigrazione, Sicurezza del Parlamento del Nord.
Il 20 maggio il consiglio dei ministri approva il Decreto sicurezza del 23 maggio 2008 nº 92 (convertito in legge del 24 luglio 2008 nº 125) varato da Maroni. Questi i provvedimenti principali:
- Confisca degli appartamenti affittati a stranieri in condizioni di clandestinità.
- Aumento della pena dell'arresto per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, sino a prevedere la revoca della patente e la confisca del veicolo. Modifiche al codice penale in tema di omicidio colposo e lesioni colpose, elevando da 5 a 6 anni il massimo della pena detentiva per l'omicidio commesso in violazione delle norme sulla circolazione stradale e sugli infortuni sul lavoro. Aumenti di pena anche per lesioni gravi e gravissime dovute alla guida in stato di ebbrezza e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Nuova circostanza aggravante qualora il fatto penalmente rilevante sia commesso da un soggetto illegalmente presente sul territorio nazionale.
- I sindaci potranno adottare provvedimenti urgenti (cosiddette "ordinanze") nei casi in cui si renda necessario prevenire ed eliminare gravi pericoli non solo per l'incolumità pubblica ma anche per la sicurezza urbana.
- La polizia municipale parteciperà ai piani coordinati di controllo del territorio anche per i servizi di prevenzione e repressione dei reati nelle situazioni di flagranza che si verificano durante il servizio. Estensione alla polizia municipale della facoltà di accesso diretto alle banche dati del Ced interforze del dipartimento della pubblica sicurezza, per i veicoli rubati e rinvenuti e per i documenti di identità rubati o smarriti.
- Modifiche al codice di procedura penale per ampliare le fattispecie penali perseguibili con il rito del giudizio direttissimo e con quello del giudizio immediato.
- Ampliamento dei casi in cui non può essere disposta la sospensione dell'esecuzione della pena per dare concretezza al principio della certezza della pena.
- Attribuito al Procuratore della Repubblica nonché al direttore della Dia il potere di proporre l'adozione delle misure di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e dell'obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale. Divieto di patteggiamento in appello per i reati di mafia.
- Introdotte specifiche norme per rendere più facile la distruzione delle merci contraffatte sequestrate.
Il decreto Maroni (decreto-legge 23 febbraio 2009 nº 11, convertito in legge 23 aprile 2009 nº 38), è un pacchetto di norme approvato dal Senato (261 sì, 3 no e un astenuto) in data 22 aprile 2009 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 95 il 24 aprile 2009. Esso prevede:
- l'introduzione del reato di “atti persecutori” a firma Mara Carfagna per prevenire i fenomeni di stalking
- il carcere obbligatorio per chi è sospettato di reati di violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo, prostituzione minorile e pedopornografia, turismo sessuale. La violenza sessuale, gli atti sessuali con minorenni e la violenza sessuale di gruppo, così come lo stalking, diventano infine aggravanti speciali del delitto di omicidio
- istituzione della tessera del tifoso.
Il 1º luglio 2012, durante il congresso federale tenutosi al Forum di Assago, Maroni viene eletto a maggioranza segretario federale della Lega Nord.
Il 2 settembre 2013 Maroni annuncia le sue dimissioni da segretario per potersi dedicare a tempo pieno al suo incarico di Presidente della Lombardia.
Dichiara inoltre che il congresso del partito avverrà entro fine anno.
Il 7 dicembre avvengono le primarie degli iscritti che determinano Matteo Salvini nuovo segretario federale.
Il 15 dicembre, al congresso federale straordinario tenutosi a Torino, Maroni viene ufficialmente succeduto da Salvini.[61][62]
Il 26 febbraio 2013 è eletto presidente della Regione Lombardia con 2.456.921 voti (42,81%) contro il 38,24% ottenuto da Umberto Ambrosoli, secondo classificato tra i candidati presidenti.
Nel Consiglio regionale della Lombardia è iscritto al gruppo della «Lista Maroni Presidente».
Durante la sua presidenza della regione viene varata una riforma della Sanità che, tra le altre cose, unifica gli assessorati regionali di Sanità e Welfare.
Come presidente della regione, Maroni si è inoltre fatto promotore del referendum consultivo sull'autonomia svoltosi nel 2017.
L'8 gennaio 2018, durante una conferenza stampa, Maroni annuncia la volontà di non ripresentarsi alle elezioni regionali previste per il 4 marzo 2018 per motivi personali e lancia la candidatura di Attilio Fontana, sostenuta da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia.
È morto il 22 novembre 2022 per un tumore al cervello con cui lottava da due anni.
Si ringrazia Wikipedia per le note e le foto.