Il Senato ha eletto presidente Ignazio La Russa al primo colpo

Ma non è andato tutto liscio: è stato un susseguirsi di colpi di scena, liti, sberleffi, dispetti, tradimenti, come il primo giorno di scuola di una classe indisciplinata

L’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato, seconda carica dello Stato (è anche vice presidente della Repubblica), presenta degli aspetti davvero singolari.
Una lite dell’ultimo momento ha visto scontrarsi la Meloni con Berlusconi. Una cosa disdicevole nei confronti del Paese, che credeva di aver votato per una coalizione di ferro, in grado di trovare sempre una soluzione condivisa.
Niente di grave, sia ben chiaro, ma il risultato è stato che i senatori di Forza Italia hanno deciso di non votare. In questa maniera l’elezione di La Russa, che i numeri davano per scontata, sarebbe saltata.
Per la verità Berlusconi e la Casellati alla fine hanno votato, come per fare rientrare la lite, tanto La Russa non veniva eletto lo stesso. Ma la figuraccia ormai era fatta.
E invece, ecco il colpo di scena. Nonostante la mancanza dei 16 senatori di Forza Italia (18, meno Berlusconi e Casellati), La Russa ha superato il quorum (fissato in 104 voti) prendendone 116.
Conti alla mano, dunque, ben 17 (non uno o due…) senatori dell’opposizione hanno votato per La Russa.
Insomma hanno fatto, come dicevano, una opposizione dura ma costruttiva,,,
 
Praticamente tutti hanno avuto una sorpresa. Il Centrodestra ha rischiato la frattura ai blocchi di partenza. Berlusconi ha fatto la figura del compagno ribelle, lasciandosi sfuggire un gesto di stizza e una parolaccia proprio a La Russa (lo si è letto col labiale).
Il centrosinistra ha scoperto di non essere compatto e anzi di avere molti franchi tiratori. Ovviamente tutti si sono lanciati accuse di qualsiasi genere, ma la situazione è stata davvero inusuale.
Dal punto di vista politico, secondo noi il centrodestra proseguirà senza altri incidenti. Berlusconi aveva pensato di poter fare la voce grossa, ma la Meloni ha tenuto duro dimostrando di essere una donna con le palle. La maggioranza è di gran lunga la sua e ha anticipato come andranno le cose, chi comanderà quando ci saranno dubbi sulle scelte da fare.
Qualcuno dice che Meloni avrebbe deciso di rivedere la compagine ministeriale redatta in accordo con Berlusconi e Salvini, ma secondo noi tutto proseguirà nonostante questa partenza decisamente zoppicante.
Domani si vota per l’elezione del presidente della Camera. Le tre votazioni in cui era richiesto un quorum dei tre quarti dei deputati sono state fatte e pertanto sarà sufficiente la maggioranza assoluta.
Sarà eletto il leghista Lorenzo Fontana. Salvo altri colpi di scena, naturalmente.
 
Ultimo particolare. La presidente provvisoria del Senato, Liliana Segre, ha rilevato la coincidenza del centesimo anniversario della Marcia su Roma (sarà il 28 ottobre) con la sua nomina pro tempore alla guida del Tempio della democrazia.
Come si sa infatti, essendo ebrea, da bambina era stata internata in un lager, dal quale ne era uscita miracolosamente viva. E si è augurata che la democrazia sia sempre sovrana in questo Paese e nel pieno rispetto della Costituzione.
Ma no è finita lì. Il nuovo presidente Ignazio La Russa, il cui secondo nome è Benito e che detiene in casa parecchi cimeli del fascismo, l’ha abbracciata offrendole un mazzo di rose bianche.
Una riconciliazione? Virtualmente possiamo dire di sì. Ma domani è un altro giorno, si vedrà.

GdM