A un mese dalle elezioni politiche del 25 settembre
Secondo i sondaggi il centrodestra sfiora oggi il 50% dei consensi. Affluenza al 67%
Desideriamo premettere che i sondaggi non li facciamo noi. Noi ci limitiamo a elaborare quelli pubblicati da istituti specializzati.
Secondo gli ultimi sondaggi, il centrodestra sfiora il 50% dei voti.
Fratelli d’Italia è il partito principale con il 24,3%, seguito dal PD che non supera il 23,5%.
A seguire vediamo la Lega con il 14,3%, Forza Italia l’11,4%, Movimento 5 Stelle 10,2%, +Europa 2,8%, Verdi e Sinistra Italiana 3,7%, Italia Viva e Azione il 4,8%, Italexit il 2,7%, altri partiti il 2%.
In questo momento dunque il centrodestra potrebbe vincere le elezioni, con uno scarto del 20%.
L’affluenza odierna sarebbe del 67%, ma questo non significa che il partito Scheda bianca raggiunga livelli di una certa una certa importanza.
I partiti si stanno dando da fare per conquistare gli indecisi, ma finora abbiamo assistito solo a battute infelici, perché dedicate più a parlar male degli avversari che bene di se stessi.
Una regola fondamentale della pubblicità è non parlare mai della concorrenza, né nel bene né nel male, perché in entrambi i casi si farebbe il gioco degli avversari amplificando i principi altrui.
È un po’ l’errore fatto dalla Russia che, per gettare discredito sulla Meloni - che si è dichiarata europeista, filo NATO e sostenitrice dell’Ucraina - ha sostanzialmente tranquillizzato l'Italia e il Mondo occidentale perché una sua eventuale vittoria non modificherebbe gli equilibri europei. In questa maniera ha addirittura smentito Letta che cercava di dipingere la destra come un pericolo per la stessa unità europea.
Certo sul tavolo ci sono problematiche che vanno affrontate senza attendere la nomina del nuovo governo.
L’aumento dei costi dell’energia rischia di mettere in ginocchio l’intera Europa. Ma non siamo sicuri che il problema sia affrontato come si deve. Se l’ultimo aumento - oggi il prezzo è 317 euro - viene riversato sull’intera disponibilità di gas, abbiamo sbagliato tutto.
I Paesi europei hanno scorte pari all’incirca dell’80% del fabbisogno. Ma il nuovo prezzo non può essere applicato all’intera disponibilità di metano, cioè anche quella pagata 100 euro.
Il guadagno dei gestori è inaccettabile.
Qui devono intervenire le autorità, ma non tassando quegli assurdi ricavi, quanto ponendo un prezzo politico, cioè che tenga conto dell’intera massa disponibile. Va concordato cona l'UE? E alora mettiamoci d'accordo, alla svelta.
Quanto all’inflazione, che si va assestando sull’8% annuo, è bene fare una precisazione. Non siamo di fronte all’inflazione degli anni ’80, che era data da un eccessivo ricorso al credito e da una forte corsa al consumo (il benessere dei favolosi anni Ottanta). In quel caso sì l’aumento del tasso ufficiale di sconto era indispensabile.
Ma oggi che l’inflazione è importata sia con l’aumento dell’energia che delle materie prime, l’aumento dei tassi non farebbe altro che gettare sale sulle ferite.
Non ce ne importa nulla di salvare l’Euro a spese dell'economia: si devono salvare capra e cavoli.
La cosa principale da mettere in agenda per cambiare la situazione è imporre la fine alla guerra russo-ucraina. A qualsiasi costo. L’Ucraina dovrà rinunciare a qualcosa, ma una soluzione dobbiamo trovarla.
Quanto alla riduzione del cuneo fiscale, alla flat tax, alle pensioni, tutti partiti stanno promettendo mari e monti. Non siamo tanto sicuri che abbiano fatto i conti, ci auguriamo di sì. Ma siamo certi che la legge di bilancio per il 2023 terrà conto delle disponibilità.
Su questo la Meloni è stata precisa: «Con noi i conti non correranno rischi». Si vede che sta studiando da presidente.
GdM