Verso le elezioni del 25 settembre, i sondaggi
La loro diffusione sarà permessa fino a 15 giorni dalle elezioni. Le risultanze attuali
Mancano meno di 45 giorni alle elezioni politiche.
Oggi sono scaduti i termini per depositare i simboli delle varie coalizioni e dei partiti al Ministero dell’Interno, il 22 agosto scadono i termini per depositare i nomi dei candidati.
Dal 10 settembre invece non sarà più possibile pubblicare o comunque diffondere i risultati dei sondaggi elettorali, perché la legge vuole che venga sospesa la diffusione 15 giorni prima del voto.
Questo perché la conoscenza dei risultati può modificare l’atteggiamento al voto e, di conseguenza, qualcuno potrebbe diffondere risultati modificati ad arte per invogliare la gente a votare da una parte piuttosto che dall’altra.
I sondaggi però sarà sempre possibile farli. Basta non diffonderli.
C’è da aspettarsi dunque che quasi ogni giorno, da qui al 10 settembre, vengano diffusi i sondaggi effettuati da giornali, partiti, organizzazioni interessate a vario titolo.
Va precisato che i sondaggi sono sempre più di uno e che non riportano quasi mai le stesse risultanze, però sono molto vicine. Quindi si consiglia di prendere atto della tendenza più che delle percentuali dettagliate.
I sondaggi di oggi dicono che aumenta il vantaggio del centrodestra sul centrosinistra, con il primo avvantaggiato del 15% sul secondo.
Tutti tre i partiti del centrodestra stanno incrementando i vantaggi, con Fratelli d’Italia primo partito al 24,2%, la Lega al 13-14% dei consensi e Forza Italia al 7-8%
Tra i partiti del centrosinistra vediamo il PD, secondo partito, al 22,3%. Gli altri partiti potrebbero portare alla coalizione l’8%.
Il Movimento 5 Stelle starebbe oscillando intorno al 10%.
La nuova coalizione di Calenda con Renzi viene vista in crescita, al 7 percento. Gli osservatori dicono che se il Centro cresce, lo fa portando via voti al centrodestra. Quindi è da seguire.
Infine gli indecisi. Le percentuali di cui sopra riportano l'atteggiamento di chi andrà a votare. Ma c'è ancora una folta percentuale di persone che non sa per chi voltare o che ha deciso di non votare per niente.
Ovviamente i partiti puntano molto sugli indecisi, quindi molto dipenderà dai contenuti delle campagna elettorali.
Finora le campagne non sono edificanti e portano con sé molte incongruenze.
L’errore più diffuso è quello di parlare male della concorrenza, perché sta a dimostrare che al momento i propri argomenti non sono molto convincenti. Annunciare che l’Europa è a rischio con la vittoria della Meloni è un’affermazione temeraria.
L’altro errore sta nel fare promesse - almeno all’apparenza - irrealizzabili, come la spropositata riduzione delle tasse. Per contro, è un errore parlare in campagna elettorale di aumentare o introdurre le tasse, tanto sarà la Legge di Stabilità a deciderlo.
Altro errore è quello di presentare ipotesi di modificare la Costituzione. Sono cose che il Parlamento può fare (o non fare) con leggi costituzionali che, come abbiamo visto, non superano facilmente il taglio dei referendum.
Anche il promettere energia pulita scartando le centrali nucleari sembra una promessa irrealizzabile. Per contro, anche promettere la costruzione di centrali nucleari non è una trovata vincente. Sono argomenti da rinviare al parlamento perché entrambe le posizioni sono trasversali.
Le vere proposte elettorali verranno presentate con i programmi dei vari partiti.
GdM