Referendum sulla giustizia del 12 giugno 2022
Quesito N. 4: Equa valutazione dei magistrati – Scheda di colore GRIGIO
Come funziona la valutazione dei giudici
La valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati è operata dal CSM che decide sulla base di valutazioni fatte anche dai Consigli giudiziari, organismi territoriali nei quali, però, decidono solo i componenti appartenenti alla magistratura.
Questa sovrapposizione tra “controllore” e “controllato” rende poco attendibili le valutazioni e favorisce la logica corporativa.
Col referendum si vuole estendere anche ai rappresentanti dell’Università e dell’Avvocatura nei Consigli giudiziari la possibilità di avere voce in capitolo nella valutazione.
Consigli giudiziari: chi li compone e come lavorano
Sono organismi territoriali composti da magistrati, ma anche da membri «non togati»: avvocati e professori universitari in materie giuridiche.
Questa componente laica, che rappresenta 1/3 dell’organismo, è però esclusa dalle discussioni e dalle votazioni che attengono alle competenze dei magistrati, limitata al ruolo di spettatore.
Solo i magistrati, dunque, hanno oggi il compito di giudicare gli altri magistrati.
Una condizione che è addirittura in contrasto con lo spirito della Costituzione, che ha voluto che nel CSM vi fosse una componente non togata con eguali poteri dei componenti magistrati.
Cosa succede se si vota SÌ
Col sì viene riconosciuto anche ai membri laici, cioè avvocati e professori, di partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati.
Al netto delle varie opinioni, secondo i dati più recenti del Csm, negli ultimi anni le valutazioni dei magistrati sono state quasi sempre positive: dal 2008 al 2016 la quota di pareri favorevoli non è mai scesa sotto il 97 per cento, con un minimo del 97,15 per cento nel 2012 e un massimo del 99,56 per cento nel 2015. Il 2009 è stato invece l’anno con il maggior numero di valutazioni negative: 20 su 1.378, l’1,45 per cento.
Cosa succede se si vota NO
Ovviamente tutto resta come prima, ma anche su questo tema, come già per la separazione delle funzioni tra giudici e pm, interverrà la riforma del Csm ora all’esame del Senato.
Il testo, che andrà al voto dell’aula dopo il 12 giugno – giorno del referendum, - intende sostituire il sistema attuale introducendo, per ogni magistrato, un fascicolo di valutazione che raccolga i dati statistici sulle sue attività.