Referendum sulla giustizia del 12 giugno 2022

Quesito N. 2: Limiti agli abusi della custodia cautelare – Scheda colore ARANCIONE

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 Che cos’è la custodia cautelare  
La custodia cautelare è una misura coercitiva con la quale un indagato viene privato della propria libertà nonostante non sia stato ancora riconosciuto colpevole di alcun reato.
 
 Le ragioni del SÌ  
Circa mille persone all’anno vengono incarcerate per poi risultare innocenti.
Dal 1992 al 31 dicembre 2020 si sono registrati 29.452 casi.
L’Italia è il quinto paese dell’Unione Europea con il più alto tasso di detenuti in custodia cautelare: il 31%, un detenuto ogni tre.
La carcerazione preventiva distrugge la vita delle persone colpite: non arreca solo un grave danno di immagine, sottoponendole a una esperienza scioccante, ma ha gravi conseguenze sulla sfera professionale.
Il carcere ha un impatto drammatico sulle famiglie e rappresenta anche un onere economico per il Paese: i 750 casi di ingiusta detenzione nel 2020 sono costati quasi 37 milioni di euro di indennizzi.
 
«La custodia cautelare in carcere preventiva rispetto alla condanna definitiva e spesso rispetto a una qualsiasi condanna anche non definitiva – dicono i sostenitori del SÌ. – è una pratica di cui si abusa.
«Da strumento di emergenza è stato trasformato in una vera e propria forma anticipatoria della pena.
«Ciò rappresenta una palese violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza e ha costretto migliaia di donne e uomini accusati di reati minori, addirittura poi assolti, a conoscere l’umiliazione del carcere prima di un processo.»
 
Cosa succede se vince il SÌ.
Resterebbe in vigore la carcerazione preventiva per chi commette reati più gravi e si abolirebbe la possibilità che di procedere alla privazione della libertà in ragione di una possibile «reiterazione del medesimo reato».
Questa è la motivazione che viene utilizzata più di frequente per disporre la custodia cautelare, molto spesso senza che questo rischio esista veramente.
 
 Le ragioni del NO  
Secondo i sostenitori del no, oggi le possibilità di applicazione del provvedimento di custodia cautelare sono già opportunamente circoscritte proprio per evitare possibili abusi, e una loro ulteriore limitazione comporterebbe un rischio per la sicurezza dei cittadini.
Curiosità: quanto chiesto dal secondo quesito referendario sulla limitazione della custodia cautelare contraddice quanto promesso dalla Lega di Matteo Salvini nel proprio programma per le elezioni politiche del 2018.