Delega fiscale, Salvini ritira i suoi ministri dal Consiglio

Si oppone a quasiasi aumento del prelievo fiscale. Ma In sostanza è solo la continuazione della campagna elettorale che guarda ai ballottaggi

I giornali stanno pompando un po’ il gesto di Salvini che ha ritirato i propri ministri dal Consiglio che doveva deliberare sulla legge delega al Governo in tema di riforma fiscale.
Il leader della Lega ha indetto anche una conferenza stampa per spiegare le ragioni del suo gesto.
Salvini lamenta che il testo del provvedimento è stato messo nelle mani dei ministri mezzora prima del consiglio stesso, commentando poi che il contenuto prevede un aumento delle tasse.
E la Lega si opporrà a qualsiasi aumento di tasse.
Salvini si riferisce a due argomenti in particolare.
 
Il primo è che l’aggiornamento del Catasto porterà inevitabilmente un aumento delle tasse.
Draghi ha già dichiarato che «nessuno pagherà di più, nessuno pagherà di meno».
Per far sì che le tasse non aumentino, vanno rispettate alcune condizioni di base, come il mantenimento del prodotto anche di fronte alla modifica dei fattori, o come il rinvio di eventuali aggiustamenti di cinque anno. E comunque niente tasse per la prima casa, purché non sia di lusso.
Noi aggiungiamo che l’aggiornamento del catasto è fondamentale per una società civile. Il Trentino Alto Adige ce l'ha dai tempi di Maria Teresa d'Austria (1700).
Come abbiamo detto, il gettito può essere mantenuto uguale, ma di sicuro verranno colpiti coloro che non hanno accatastato la casa e ancora di più quelli che l'hanno costruita illegalmente.
 
L’altro argomento riguarda l’abolizione di alcune tasse come l’Irap e l’Ires, che sono da tempo considerate controproducenti alla crescita economica del Paese, ma anche la razionalizzazione dell’IVA, che è la tassa più evasa in Italia (si parla di 30 miliardi l’anno) e il riordino della giungla normativa.
In più Draghi intende mettere mano all’IRPEF, in quanto «le aliquote sono troppo alte» e vuole sistemare anche il cuneo fiscale, dato che il prelievo sul lavoro «è di 5 punti superiore alla media europea».
Si parla di ridurre le aliquote per i redditi sotto i 60mila euro l’anno.
Ma allora qual è l’altro il timore di Salvini? Ha paura che per ridurre la pressione fiscale il Governo non vada a cercare altre fonti di reddito per coprire le minori entrate.
 
Anche i ministri di Forza Italia sono fermamente determinati a far sì che non cresca in alcun modo la pressione fiscale. Ma, come dice la ministra Garfagna, «noi ci fidiamo di Draghi».
Letta invece afferma che Draghi deve andare avanti, sottolineando «la gravità dello strappo di Salvini».
È strano che un partito di sinistra sia favorevole al mantenimento della pressione fiscale. Ma più probabilmente è un atteggiamento di natura politica, solo per contrastare il comportamento di Salvini. Evidentemente ripaga di più dimostrarsi antitetico alla Lega che l'essere contrario all'alleggerimento fiscale.
Insomma, comunque sia, sembra che si tratti di una nuova fase della campagna elettorale che si concluderà solo tra due settimane, dopo i ballottaggi.

Come sosteniamo da tempo, le elezioni amministrative privilegiano i candidati alla politica. Ma in un ballottaggio, dove si deve far leva agli elettori che hanno perso il loro candidato, la politica c’entra eccome.

GdM