Maurizio Fugatti nuovo presidente della Regione TN-AA
Eletto con 36 voti. Kompatscher e Leonardi eletti vicepresidenti – Accolte le dimissioni di Savoi da segretario questore, presentate mozioni sulla riforma dello Statuto
Il Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige è tornato a riunirsi oggi per procedere con i provvedimenti conseguenti alle dimissioni del presidente e dei vicepresidenti della Regione, comunicate nel corso della seduta del 25 giugno, durante la quale non era stato raggiunto il quorum di partecipazione necessario per l’elezione del nuovo presidente.
Denis Paoli (Lega Salvini Trentino) ha preso la parola per porgere le scuse all’intero Consiglio regionale per quanto avvenuto nella scorsa seduta, sostenendo di credere nel lavoro dell’aula e nell’istituzione.
Il presidente Josef Noggler ha quindi invitato a procedere all’elezione del presidente della Regione, ricordando che era stata proposta la candidatura di Maurizio Fugatti (Lega Salvini Trentino); ha poi respinto la proposta di Alex Marini (Movimento 5 Stelle) di avanzare un’altra candidatura: Siamo già in votazione.
Lo stesso presidente Noggler ha quindi comunicato l’esito del voto: 60 partecipanti 36 voti per Maurizio Fugatti, 3 voti per Ugo Rossi 3, 14 schede bianche, 7 voti non validi.
Maurizio Fugatti è quindi risultato eletto presidente della Regione: egli ha ringraziato «tutta l’aula che ha partecipato alla votazione», aggiungendo che questo rendeva ancora più forte la sua volontà di rappresentarla; il senso delle istituzioni e la responsabilità verso il ruolo sarebbero stati determinanti nell’esercitarlo, ha sostenuto, annunciando che avrebbe proseguito sui princìpi portati avanti dall’ex presidente Kompatscher, «nell’auspicio di riuscire a farlo, per il bene dell’ente che in questo momento di ripresa ha bisogno di una guida istituzionale».
Si è quindi proceduto con l’elezione dei due vicepresidenti. Gerhard Lanz (SVP), esprimendo congratulazioni a auguri di buon lavoro al neo presidente Fugatti, ha proposto per il gruppo linguistico tedesco Arno Kompatscher (SVP).
L’esito della votazione: 58 partecipanti (quorum raggiunto), 39 voti per Kompatscher, 11 schede bianche, 8 voti non validi, pertanto Arno Kompatscher è risultato eletto vicepresidente della Regione.
Come vicepresidente appartenente al gruppo linguistico italiano, Mirko Bisesti (Lega Salvini Trentino) ha proposto Giorgio Leonardi (Misto), che è stato eletto con 39 voti, a fronte di 59 partecipanti (1 voto per Ugo Rossi, 1 per Sandro Repetto, 10 schede bianche, 8 voti non validi).
È stato quindi trattato il punto 2 all’ordine del giorno: dimissioni di Alessandro Savoi dalla carica di segretario questore del Consiglio regionale ed eventuali provvedimenti conseguenti. Il presidente Noggler ha comunicato che Savoi aveva rassegnato via lettera le proprie dimissioni da segretario questore.
Mirko Bisesti (Lega Salvini Trentino) ha chiesto di rinviare la sua sostituzione.
L’aula ha accolto le dimissioni con 35 sì (13 no, 7 schede bianche, 2 nulle).
Di seguito, è iniziata la trattazione della mozione n. 7 (emendata), presentata dai consiglieri regionali Lanz, Bisesti, Tauber e Paoli per impegnare la Giunta regionale a sostenere, favorire e promuovere l’espressione del parere favorevole sui disegni di legge costituzionale n. 11, n. 29, n. 35 e n. 524 nel Consiglio provinciale di Trento e ulteriori iniziative e della mozione n. 8, presentata dai consiglieri regionali Tonini, Ferrari, Manica, Olivi e Zeni, per impegnare la Giunta regionale a farsi promotrice dell’approvazione di un progetto di legge costituzionale di modifica dell’articolo 103 dello Statuto speciale e ulteriori iniziative.
Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha chiesto di procedere con l’elezione del nuovo segretario questore prima degli ulteriori atti, per completare gli organi funzionali all’attività del Consiglio regionale.
Il pres. Josef Noggler ha replicato che erano molti i punti da trattare e che la richiesta di rinvio di Bisesti poteva essere accolta.
Gerhard Lanz (SVP) ha presentato la sua proposta, segnalando che essa riguardava un tema importante per la Regione e le due Province, per via delle crescenti sfide: si trattava infatti dei disegni di legge costituzionale presentati dai parlamentari sudtirolesi, che miravano a un ulteriore sviluppo dell'Autonomia.
Ha quindi chiesto di impegnare la Giunta regionale a promuovere un'iniziativa, insieme al Presidente del Consiglio regionale, affinché presso il Consiglio provinciale di Trento fosse posta all'ordine del giorno l'espressione del parere sui disegni di legge costituzionali n. 11, n. 35 e n. 524, a promuovere l'istituzione di un gruppo di lavoro che elaborasse un Protocollo d'intesa per disciplinare metodo e procedure delle iniziative promosse congiuntamente dalla Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol e dalle Province di Trento e Bolzano in ambiti di loro competenza, nonché i rapporti istituzionali con lo Stato su questioni statutarie e finanziarie comuni alle due Province autonome, a favorire la presentazione di un disegno di legge costituzionale di modifica allo Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige da parte dei proponenti del disegno di legge costituzionale n. 11/S depositato il 23 marzo 2018, che riconoscesse alla Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol la competenza legislativa esclusiva e le rispettive funzioni amministrative in materia di «ordinamento, impianto e tenuta dei libri fondiari»; a promuovere l'espressione del parere favorevole sul disegno di legge costituzionale di cui al punto precedente, a sostenere anche a tutti i livelli l'approvazione e l'attuazione del principio dell’intesa con le due Province autonome e la Regione Trentino Alto Adige per ogni modifica allo Statuto, previsto all'articolo 4 del disegno di legge costituzionale n. 29.
Giorgio Tonini (Partito Democratico) ha criticato che si invitasse la Giunta regionale a interferire sulle decisioni del Consiglio provinciale di Trento - «Il presidente della Regione Fugatti dovrebbe in sostanza convincere il presidente della Provincia Fugatti» - e che si intendesse fare dei parlamentari, liberamente eletti dai cittadini, gli ambasciatori del Consiglio regionale.
Ha quindi presentato, evidenziato che il tempo a disposizione era poco, una mozione alternativa, proponendo di impegnare Presidente e vice Presidente della Regione, d’intesa con i Presidenti del Consiglio regionale e dei Consigli provinciali, a farsi promotori dell’approvazione da parte di tali organi di un progetto di legge costituzionale di modifica dell’articolo 103 dello Statuto, per introdurvi l’intesa del Consiglio regionale e dei Consigli provinciali interessati, prima dell’approvazione, del progetto di legge costituzionale di modifica dello Statuto stesso.
Egli proponeva anche l’istituzione di una Commissione paritetica regionale, composta da consiglieri provinciali ed esperti, per predisporre, con il metodo della doppia maggioranza, uno o più schemi di disegno di legge costituzionale di riforma dello Statuto, da presentare in Parlamento una volta acquisita la clausola d’intesa, nonché la costituzione di un gruppo di lavoro per elaborare un Protocollo d’Intesa sui criteri metodologici e procedurali delle iniziative di cooperazione e sinergia promosse congiuntamente da Regione e Province autonome negli ambiti di loro competenza.
Cerchiamo di costruire un testo condiviso, e non dividiamoci su questo”, così si è appellato Tonini ai colleghi.
Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia), rilevando che erano emersi elementi nuovi e che con l’emendamento sostitutivo si discuteva l'accordo di programma per i 2 anni e mezzo di coalizione, ha chiesto un quarto d’ora di pausa per una riunione del suo gruppo.
Alla ripresa dei lavori, Ugo Rossi (Misto) ha sostenuto che l’Ordinamento dei Comuni è regionale, ma SVP e Alto Adige hanno sempre pensato che dovesse diventare provinciale.
La relativa legge regionale è scritta con una colonna per Trento e una per Bolzano, e questo non lo scandalizza: non è su questo che sta in piedi la Regione.
Anche questa legislatura si è aperta così, ma il Consiglio provinciale del Trento non ha mai portato la proposta all’ordine del giorno.
In passato è stato detto che se il presidente Fugatti cedeva su questo doveva chiedere alla SVP la creazione di un gruppo di lavoro per individuare sinergie tra le due province a livello regionale: ora ci si trova a questo punto, e se arriverà il parere, lui voterà a favore; apprezzando che nel documento ci sia un richiamo alle sinergie, alla necessità di parlarsi su questioni di interesse strategico; il futuro della Regione passa proprio su questo concetto, ovvero che le competenze sono provinciali ma che c’è interesse a ragionarvi insieme quando gli interessi vanno oltre.
Si tratta di rilanciare la Regione come luogo di ricerca di co-decisione in merito a temi chiave, come per esempio una grande struttura sanitaria: «Se l’intendimento è questo, io sono favorevole alla mozione proposta, così come a quella del PD».
Opportuno sarebbe però unificarle, nonché evitare che l’approvazione della mozione passi come un «do ut des» a seguito dell’elezione del presidente Fugatti.