L’assoluzione dell’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti
Luigi Di Maio è cresciuto: riconosce la presunzione d’innocenza e gli chiede scusa. Toninelli invece rimane nella presunzione di colpevolezza
Con il caso dell’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti, assolto con formula piena, è crollato uno dei pilastri della politica del Movimento 5 Stelle, perché si è trattato di un brutto errore giudiziario.
Il 3 maggio 2016, nell'ambito di un'inchiesta giudiziaria per l'ipotesi di reato di turbata libertà degli incanti, Uggetti fu sospeso dalle funzioni di sindaco a seguito di un'ordinanza di custodia cautelare motivata dal presunto pericolo di inquinamento delle prove: secondo la testimonianza di una dipendente comunale, il sindaco avrebbe favorito la società Sporting Lodi, partecipata al 45% dal Comune tramite un'azienda municipalizzata, nell'assegnazione del bando di gara relativo alla gestione di due piscine scoperte.
Dalle indagini emerse che il sindaco, nel tentativo di eliminare alcune tracce della sua condotta, sarebbe stato intenzionato a formattare computer e altri dispositivi in suo possesso. In occasione di un interrogatorio, Uggetti avrebbe dichiarato di aver privilegiato la società partecipata operando «per il bene della città, non per interesse», nell'ottica di preservare gli equilibri di bilancio del Comune.
Il 13 maggio 2016 il Giudice per le indagini preliminari revocò la misura di custodia in carcere, disponendo gli arresti domiciliari.
Uggetti fu rimesso in libertà il successivo 8 giugno, riacquistando contestualmente le prerogative di primo cittadino.
In una lettera aperta indirizzata alla cittadinanza, egli ribadì di essere stato animato «dalla volontà di agire per l'interesse generale e di contribuire alla solidità della gestione cittadina», preannunciando che sarebbe rimasto in carica sino al 31 luglio 2016.
Il successivo 1º agosto formalizzò le proprie dimissioni.
Il processo di primo grado, celebrato con la procedura del giudizio immediato fra il luglio del 2016 e il novembre del 2018, si concluse con la condanna di Uggetti a dieci mesi di reclusione e 300 euro di multa con sospensione condizionale della pena.
Nella motivazione della sentenza, il giudice scrisse che «l'istruttoria processuale molto articolata ha considerevolmente ridimensionato l'impianto accusatorio».
Il successivo procedimento di secondo grado, terminato nel maggio del 2021, riconobbe invece l'insussistenza dei fatti contestati: l'ex sindaco di Lodi fu dunque assolto con formula piena.
Ciò premesso, il ministro degli Esteri Luigi di Maio ha chiesto scusa a Simone Uggetti per non aver rispettato il principio della presunzione di innocenza.
Il Movimento 5 Stelle ha sempre sostenuto l’opposto, ovvero che una persona raggiunta da un avviso di garanzia non può tenere cariche istituzionali.
Quindi la nuova posizione di Di Maio fa rilevare due aspetti. Il primo è che Di Maio è cresciuto. I principi costituzionali devono andare al di sopra di ogni spinta emotiva. Il secondo è che la «conversione» di Di Maio crolla uno dei pilastri dei Grillini.
Ma l’aspetto che più sconcerta in questa situazione è che non tutti i pentastellati condividono la posizione di Di Maio.
In particolare il noto gaffeur Danilo Toninelli ha preso le distanze da Luigi Di Maio, sostenendo che «prima deve leggere le motivazioni della sentenza». Eppure, di fronte a una assoluzione con formula piena c’è poco da leggere.
Sarebbe come dire che la presunzione di colpevolezza fa fatica a crollare anche dopo una sentenza definitiva.