Conte assegna le dimissioni al Presidente della Repubblica

Il premier vorrebbe una «crisi lampo», ma non ha ancora una maggioranza certa. Renzi tornerà a far parte della coalizione, o si andrà a elezioni anticipate

Come avevamo detto, Conte non poteva evitare la crisi.
Mattarella gli aveva concesso pochi giorni affinché assumesse una decisione, nel corso dei quali il premier ha provato a formare una nuova maggioranza con le stesse forze che era riuscito a mettere insieme in senato per evitare la sfiducia.
Ovviamente si trattava di parlamentari inaffidabili, perché già avevano cambiato casacca almeno una volta. E a quel punto anche gli alleati lo hanno messo alle strette, temendo che anche la popolarità di Conte potesse crollare.
Ma PD, LEU e 5 Stelle hanno guardato lucidamente la situazione e hanno capito che senza Renzi il governo non sta in piedi.
In settimana, poi, si sarebbe dovuto discutere la riforma della Giustizia in Senato, dove Renzi l’avrebbe bocciata (opinione condivisa anche da noi).
Quindi non c’è stato altro da fare che dimettersi. E martedì mattina, alle 9, dopo aver comunicato ai ministri la decisione, salirà al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni al Presidente della Repubblica.
 
Sarà una crisi al buio, perché il presidente del Consiglio non ha in mano una maggioranza certa.
Conte vorrebbe compiere addirittura una «crisi lampo», ovvero ricevere subito l’incarico di formare un nuovo governo, fare un rapido giro di consultazioni con le forze politiche, studiare una nuova compagine di governo sostituendo i ministri in funzione ai desideri degli alleati e tornare da Mattarella per dire che i giochi sono fatti.
Ma non è così semplice. Anzitutto, come abbiamo detto più volte, una crisi è come un’operazione militare: nulla va mai come previsto.
Poi ci vuole comunque una maggioranza, quella che al momento non c’è. L’unica strada (vedi nostro articolo di ieri) è quella di riportare nella coalizione Matteo Renzi.
I due leader si disprezzano, come hanno dichiarato più volte, ma con ogni probabilità si rimetteranno insieme, perché l’alternativa sono le elezioni anticipate.
Conte dovrà rinunciare alla riforma della Giustizia di Alfonso Bonafede, Renzi dovrà rinunciare a parte delle sue condizioni.
La patetica passione degli esseri umani per la sopravvivenza.

GdM