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Verso le elezioni del 20/21 settembre 2020 – Di Damiano Luchi

Il Partito Democratico di Trento punta sulla professionalità e l’esperienza dell’avvocato Gennaro Romano, che candida a sostegno della coalizione di Franco Ianeselli Sindaco

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Questa è l’ultima intervista che dedichiamo ai candidati per le elezioni del prossimo weekend, perché, come si sa, il sabato è obbligatorio passarlo in silenzio.
Toglieremo la pubblicità elettorale, ma i servizi giornalistici fatti resteranno online.
La campagna la chiudiamo con Gennaro Romano, avvocato del lavoro specialista in diritto della immigrazione.
 
Avvocato Romano, come si presenta agli elettori?
«Come un appassionato avvocato giuslavorista di 47 anni, uno spirito libero, pronto a dare il suo contributo per la crescita della nostra città.
«Sono un democratico liberale, da sempre vicino alle istanze delle fasce deboli della popolazione ma capace di riconoscere e sostenere il merito dei singoli senza preclusioni ideologiche.»
 
Quali sono i pregi e i difetti personali e della sua lista?
«I pregi e difetti della lista del Partito Democratico li decideranno i nostri elettori. Sono convinto che il Partito Democratico sarà nuovamente al centro dell’azione amministrativa ma sono altresì convinto che nuove energie, con esperienze, storie e professionalità diverse siano una priorità.
«Per il nuovo Sindaco sarà fondamentale avere a fianco una squadra rinnovata e qualificata.»
 
Quali sono le priorità che lei vede per lo sviluppo della città?
«Personalmente mi impegnerò per la crescita culturale ed economica di Trento con al centro università e internazionalizzazione; per lo sport, veicolo di benessere psicofisico; per creare iniziative educative e di socialità per i nostri giovani; per favorire il lavoro e la piena occupazione a tutti i livelli; per una burocrazia veloce, efficiente, informatizzata; per l’integrazione e la rappresentanza dei nuovi cittadini; per un turismo identitario e di qualità che sappia promuovere il territorio; per concedere più spazi e risorse ad arte e cultura.»
 
La sicurezza percepita è in correlazione con l'aumento del numero di immigrati e richiedenti asilo in particolare?
«Lavoro con gli immigrati da vent’anni. Negli ultimi cinque ho assistito in giudizio oltre cento richiedenti asilo.
«Gli immigrati regolari delinquono meno degli italiani. I reati che affliggono il nostro paese sono quelli fiscali, la corruzione e la criminalità organizzata.
«I reati commessi dai richiedenti asilo riguardano sempre lo spaccio di pochi grammi di cannabis, peraltro gestito a monte dalla criminalità italiana.
«La sicurezza percepita in relazione agli immigrati molto spesso è banale razzismo. I furti in appartamento, di cui si parla sempre poco, piuttosto, sono appannaggio di soggetti stranieri, peraltro di provenienza europea.
«Fenomeno al quale il nostro ordinamento non sa reagire con efficacia. Quello è un problema. Non i richiedenti asilo, che non costituiscono un pericolo per l’incolumità pubblica.»
 
Sarebbe a favore di Bodycam e del Taser per la Polizia Locale di Trento?
«La bodycam può essere uno strumento utile e innocuo. Il Taser invece è più offensivo. Potrebbe essere potenzialmente utile in certi frangenti, ma la cautela dovrebbe essere massima. Sappiamo che in soggetti fragili o debilitati può causare danni irreversibili al cuore a al cervello.
«Dovremmo prima creare dei protocolli molto chiari e rigidi. Lasciare al singolo agente la discrezionalità di utilizzo potrebbe diventare pericoloso e controproducente, anche per il buon nome delle forze dell’ordine e per la fedina penale dei suoi operatori.»
 
Commercio: è favorevole alle chiusure domenicali?
«Assolutamente contrario. Giuridicamente è incostituzionale. In questa fase al settore privato deve essere lasciato il massimo slancio. Dobbiamo favorire l’occupazione, non limitarla. Possiamo aumentare la maggiorazione retributiva domenicale al 50% e lasciare ai dipendenti la scelta.
«Certamente imporre la chiusura domenicale è illiberale e controproducente. La domenica peraltro è giornata lavorativa per molti settori. Non vedo perché non possa esserlo per chi opera nel commercio.»
 
Che ne pensa del lavoro svolto su Trento dal sindaco Andreatta nel suo ultimo mandato?
«Dal mio punto di vista l’ultima amministrazione - nessuno me ne voglia - non ha brillato. La gestione è stata seria e attenta ma poco innovativa e programmatica. L’ultima consigliatura la ricorderemo per le sue fragilità interne e per un ritmo decisionale piuttosto lento. Gli stessi consiglieri uscenti lo dicono. Dopodiché Trento ha basi solide e una cittadinanza matura. Siamo invidiati da molte altre città.
«Dobbiamo però puntare ad accelerare. Senza accontentarci di dormire sugli allori.»
 
Le sensazioni sul risultato di questa tornata elettorale?
«Di una cosa sono certo: Trento non ha bisogno di improvvisati stravolgimenti di direzione, né di personalismi privi di respiro politico. La strada intrapresa di città europea, accogliente e progressista non può che essere quella giusta.
«A Trento vi è una comunità politica e un candidato Sindaco che incarnano sobrietà e serietà. Due ingredienti fondamentali per ripartire attrezzati. Mi aspetto quindi che i cittadini lo capiscano e convintamente ci diano la loro fiducia.»
 
D.L.

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