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Antibracconaggio nelle valli di Non, di Fiemme e dei Laghi

Tre azioni condotte dal Corpo forestale trentino contro un odioso fenomeno. – Il gallo forcello è ancora molto richiesto per le penne...

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Tre azioni antibracconaggio che hanno visto impegnato il Corpo forestale trentino nei giorni scorsi.
In Val di Non e in Val di Fiemme i forestali hanno sequestrato fucili, munizioni, richiami, reti e materiale per l'uccellagione.

Ma anche trappole, volatili utilizzati come richiamo, mentre nella riserva di caccia di Lasino hanno denunciato un cacciatore che ha abbattuto un esemplare di gallo forcello dove non era consentito.
 
La prima azione si è svolta alla fine di novembre in località Solena nella frazione di Banco, ad eseguirla il personale della Stazione Forestale di Coredo.
Sono state fermate due persone del posto mentre si trovavano all’interno di un capanno da caccia, uno dei due era sprovvisto di porto d’armi.
Con il supporto degli uomini della Stazione forestale di Cles/Denno, del guardiacaccia e del custode forestale di zona si è quindi condotta una perquisizione nelle abitazioni dei due uomini che ha portato al sequestro di diverso materiale.
Un richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico, tre cesene - Turdus pilaris (che sono state prontamente liberate).
 
Ma anche un fucile non denunciato, numerose munizioni alcune delle quali non consentite, otto trappole a scatto con rete per la cattura di avifauna viva, 35 trappole a scatto per la cattura di uccelli, 28 lacci scorsoi per la cattura di ungulati, 31 reti per l’uccellagione di varie misure.
Tre trappole a scatto per la cattura di volpi e mustelidi, due confezioni di vischio per l’uccellagione, un porta panie con panie pronte per l’utilizzo, una gabbia a scatto per la cattura di uccelli e un'altra cesena viva, sprovvista di anello identificativo.
Sono stati sequestrati anche tre chili di uccelli di specie varie congelati e sprovvisti di piumaggio, 30 chili di carne di selvaggina (cervo e capriolo), due palchi di capriolo e relative mandibole: i due cacciatori non sono stati in grado di fornire alcuna prova di provenienza lecita della carne e dei trofei.
 
Un’altra operazione di polizia giudiziaria è stata eseguita dal personale della Stazione Forestale di Cavalese e Castello-Molina di Fiemme sempre a fine novembre.
 
Un uomo residente a Valfloriana è stato colto sul fatto mentre predisponeva, nei pressi del centro abitato, alcune gabbie con uccelli protetti utilizzati come richiamo e una quindicina di panie invischiate per la cattura di volatili.
In seguito al reato di uccellagione è scattata la perquisizione dell'area e dei locali del residente in Valfloriana, che ha portato al rinvenimento di oltre trenta uccelli protetti detenuti in voliere e strutture realizzate appositamente allo scopo, di una trentina di panie invischiate, di alcuni contenitori di vischio e di numerose gabbiette da uccellagione.
Tutti gli uccelli rinvenuti, appartenenti a specie protette e detenuti illegalmente, quali cardellini, ciuffolotti, verzellini, organetti, lucherini, verdoni e fringuelli, sono stati rimessi in libertà, mentre il materiale per la cattura è stato sequestrato.
 
L'ultima azione rientra nell'attività di vigilanza mirata svolta sulla caccia al gallo forcello, che ha visto impegnato il personale del Corpo forestale provinciale in tutti gli ambiti territoriale dove questa caccia è stata concessa nel 2012.
È stata rilevata una sola irregolarità, a metà novembre nella riserva di caccia di Lasino, da parte del personale della Stazione forestale di Vezzano che ha accertato una denuncia di abbattimento mendace.
Si è quindi provveduto al sequestro del gallo forcello e, come negli altri casi, a denunciare il responsabile.

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