Trento, operazione a Le Albere della Polizia di Stato

Inizia la massima attenzione decisa al Commissariato del Governo: sei persone accompagnate in Questura

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Operazione a Le Albere di Trento da parte della Polizia di Stato: sei immigrati nordafricani sono stati accompagnati nei locali della Questura, a seguito di un mirato controllo, effettuato durante le prime ore della giornata, nel quartiere Le Albere, in particolare al di sotto dei ponti sull’Adige ubicati all’altezza del parco.
Dopo i numerosi reati predatori nella zona situata nel centro cittadino, sul posto sono intervenuti congiuntamente la Squadra Mobile, il personale dell’ufficio immigrazione, la Squadra Volanti, la Polizia locale e la polizia scientifica, allo scopo di individuare gli accampamenti di fortuna nei quali sono soliti bivaccare gli stranieri senza fissa dimora, unitamente ad una squadra di Dolomiti Ambiente che ha ripulito l’area dal degrado in cui versava.
 
I sei ragazzi marocchini sono risultati non in regola con le norme di soggiorno e, dopo le verifiche di rito svolte presso la Questura per analizzare eventuali precedenti penali, per tre di loro è stato disposto il fermo di polizia giudiziaria per il reato di ricettazione.
In particolare, nella disponibilità dei tre soggetti, un ventisettenne, un diciannovenne e un ventisettenne, tutti nati in Marocco, sono stati rinvenuti un telefono cellulare provento di furto in abitazione, un iPad, una cassa acustica e uno zaino, refurtiva di un furto avvenuto in una autovettura pochi giorni fa, ai danni di una coppia di turisti.

Inoltre sono stati ritrovati ulteriori oggetti nel luogo dell’accampamento tra cui zaini, cellulari e borse, per i quali il personale della questura sta ancora effettuando i necessari accertamenti per risalire ai legittimi proprietari.
I marocchini sono stati trovati in possesso di coltellini e spray al peperoncino, strumenti notoriamente utilizzati per commettere alcune delle rapine avvenute negli ultimi giorni.
 
I cialtroni si erano quindi anche accampati in zona per essere pronti a continuare la propria attività predatoria, certi che nessuno li avrebbe rintracciati.
Le operazioni sono frutto di collaborazione e scambio informativo con il comando Compagnia dei carabinieri di Trento, che sta svolgendo analoghe attività con esito positivo.