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Calci agli agnelli, il PM: Nessuna colpa, sono eventi accidentali

Lav: Le violenze dei pastori trentini, che fecero indignare l’Italia, per il Pm non sono da condannare

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«Siamo indignati: è stata richiesta l’archiviazione del procedimento penale nei confronti di chi ha preso a calci e ha lanciato pecore e agnelli a cui invece avrebbe dovuto badare. In Trentino abbiamo filmato scene inaccettabili e le abbiamo consegnate alle autorità: come hanno potuto ignorarle?» ha dichiarato Simone Stefani, Responsabile della sede LAV di Trento.
A settembre 2023, a seguito di diverse segnalazioni, LAV ha denunciato le violenze che i pastori di pecore di un determinato gregge agivano in maniera sistemica ai danni di agnelli e pecore, presentando numerosi filmati che ritraevano gli atti violenti.
 
«Non esiste alcuna motivazione per cui un pastore possa prendere a calci un animale e poi scaraventarlo per aria: non abbiamo registrato un solo episodio, ma numerosi atti violenti riconducibili a più pastori. Questo evidenzia un atteggiamento sistemico ai danni di questi animali» ha dichiarato Stefani che ha aggiunto: «Ancora una volta il settore dell'allevamento non rispetta e non tutela né i pochi diritti che gli animali hanno, né tanto meno quelli dei lavoratori. Questo non può essere giustificato in alcun modo e ci aspettiamo che venga punito sia chi ha commesso queste evidenti ed inaccettabili violenze, sia chi aveva responsabilità e obbligo di controllare il gregge, ossia il proprietario».
 
A quasi un anno dalla denuncia, il PM ha dichiarato la volontà di procedere con la richiesta di archiviazione al Giudice per maltrattamento, perché a suo giudizio gli atti erano dovuti al «movimento del gregge, con oltre 700 ovini, e all’accidentale calpestamento degli animali».
«Quanto abbiamo mostrato non evidenzia alcun “evento accidentale” ma una volontà precisa e ripetuta di maltrattare gli animali» ha aggiunto Simone Stefani.
 
«Il lavoro di indagine e di denuncia, svolto dallo Sportello contro i maltrattamenti sugli animali di LAV a Trento, ha mostrato che le violenze contro le pecore e gli agnelli erano una prassi per tutti i pastori; infatti, quelli che si sono susseguiti in questi mesi non hanno mai cambiato modus operandi. Presenteremo opposizione all’archiviazione: le vite di quegli agnelli hanno valore!» ha aggiunto Stefani.
 
Gli animali non godono della giusta ed efficace protezione da parte della legge e subiscono ogni giorno, ovunque, efferate violenze di ogni genere. Chiediamo ai deputati della Commissione Giustizia della Camera, a tutti i parlamentari e al Ministro della Giustizia Carlo Nordio di sbloccare subito la discussione della Legge per inasprire le pene relative ai maltrattamenti contro gli animali.
 
In quasi due anni di attività lo sportello di Trento ha raccolto 244 segnalazioni di maltrattamento (dati aggiornati al 31.07.2024), effettuato 238 sopralluoghi al fine di verificarne la fondatezza, sporto 31 denunce e contribuito a salvare 70 animali, oltre ad aver contribuito a far sequestrare e, quindi a sottrarre a ripetute violenze, il gregge di pecore in questione, composto da oltre 400 animali, le cui sorti sono ora in serio pericolo se il procedimento penale dovesse essere archiviato.
«I diritti di serie A e di serie B non sono accettabili in un Paese che ha inserito nell’articolo 9 della Costituzione la tutela degli animali» ha concluso Stefani.

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