La Polizia Postale di Trento interrompe un’attività fraudolenta
Dei cialtroni informatici deviavano gli Iban per dirottare i pagamenti. Due arresti
Lo scorso 14 giugno la Polizia Postale di Trento ha dato esecuzione a una ordinanza cautelare applicativa degli arresti domiciliari nei confronti di due soggetti, in quanto ritenuti responsabili di frodi informatiche.
Le indagini, condotte dalla Polizia Postale e dal Gruppo Guardia di Finanza di Trento, sono scaturite dalla denuncia del rappresentante legale di una società trentina che ha segnalato come il pagamento rivolto verso uno dei propri fornitori fosse stato, invece, dirottato verso un IBAN sconosciuto, poi rivelatosi intestato ad uno degli indagati.
Accurate investigazioni hanno permesso di giungere alla ricostruzione, allo stato delle indagini ritenuta fondata dal GIP, della tecnica utilizzata per la commissione dei reati.
In particolare, l’attività d’indagine ha consentito di rilevare come la modifica delle coordinate bancarie di destinazione delle transazioni commerciali venisse operata attraverso l’inoculazione di un sofisticato file digitale malevolo chiamato «BOT» in grado di interporsi in una comunicazione digitale per alterarla, gestirla o reindirizzarla all’insaputa dei soggetti agenti.