Arrestato kossovaro che si aggirava per Trento «armato»
Beccato dai Carabinieri in piazza Santa Maria un quarantenne di origini kossovare con porto abusivo di armi od oggetti atti a offendere
Nella serata del 13 maggio u.s. i Carabinieri della Sezione Radiomobile di Trento hanno arrestato un cittadino quarantenne di origini kosovare, residente in Provincia, gravato da alcuni precedenti penali, poiché resosi responsabile dei reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e di porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere.
L’uomo, infatti, era stato notato da alcuni cittadini mentre si stava aggirando con fare concitato nella zona di piazza della Portela, urlando ed impugnando addirittura quella che sembrava essere, a tutti gli effetti, una vera e propria pistola.
È stato così che dei passanti hanno segnalato la situazione ad alcuni soci dell’Associazione Nazionale Carabinieri che erano presenti nelle vicinanze a svolgere il proprio servizio, i quali, a loro volta, dopo avere individuato il soggetto, hanno provveduto a contattare la Centrale Operativa dell’Arma. In breve sul posto è arrivata una pattuglia della Radiomobile di Trento che ha finalmente intercettato e fermato, per il successivo controllo, il soggetto in Piazza Santa Maria Maggiore.
L’uomo, tuttavia, versando in evidente stato di alterazione e mostrandosi particolarmente irritato dalla presenza dei militari, li ha dapprima minacciati puntando direttamente contro di loro la pistola che aveva in pugno – successivamente appurato essere una scacciacani – per poi cercare di aggradirli a spintoni al fine di garantirsi la fuga, non riuscendovi in quanto immediatamente immobilizzato dai Carabinieri.
Il soggetto (il quale a seguito di perquisizione è stato inoltre trovato in possesso anche di un coltellino) è stato così accompagnato presso la Caserma di via Barbacovi per l’identificazione e, successivamente, sottoposto al regime degli arresti domiciliari in attesa del giudizio per direttissima che si è tenuto nella mattinata odierna presso il Tribunale di Trento.
Per l’indagato vige la presunzione di innocenza fino a quando la sua colpevolezza non sarà accertata con sentenza irrevocabile.