Gravissima truffa perpetrata a Trento sulle SIM telefoniche
Le Sim manomesse sono almeno 900, gli indagatii sono 5, di cui 4 trentini, tutti dipendenti della stessa società, che ha 4 punti vendita in città
La Guardia di Finanza ha scoperto a Trento una truffa articolata sulle SIM telefoniche.
Dei mascalzoni hanno messo in atto una truffa finalizzata ad attivare SIM card intestate a persone che non ne sapevano niente o che, addirittura, erano decedute da tempo.
Gli investigatori hanno lavorato due anni per individuare i colpevoli di questo raggiro (infame, perché aveva preso di mira persone anziane), giungendo all’iscrizione nel registro degli indagati 5 persone, di cui 4 trentini e una uruguaiana.
Sono tutti dipendenti di una stessa società di Trento che ha in città quattro punti vendita.
Allo stato risulta che sono almeno 900 le Sim manomesse e 62 gli smartphone venduti fittiziamente.
Questo perché gli indagati utilizzavano i dati in loro possesso e le firme digitali delle vittime.
La truffa è venuta alla luce grazie un esposto fatto da una vittima che si è vista addebitare sul conto cellulare e Sim intestati alla moglie che era deceduta da tempo.
I reati contestati sono quelli truffa aggravata, sostituzione di persona, violazione del codice della privacy, frode informatica con accesso abusivo a sistemi informatici e telematici e falsità in registri e notificazioni soggette a controllo dell'autorità.
Il Garante per la privacy ha già multato la società trentina per 150.000 euro, la Finanza ha sequestrato 80.000 euro nelle disponibilità degli indagati, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.