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Concast - Formaggi Trentini: vicinanza alla famiglia

Il Gruppo Formaggi del Trentino ribadisce l’impegno sulle analisi e rinnova la disponibilità a lavorare sempre di più per la prevenzione

Concast - Formaggi trentini intende rinnovare la propria vicinanza alla famiglia Maestri per quanto accaduto nel 2017.
In merito alle accuse ribadite oggi dal signor Maestri nel corso di una conferenza stampa (l'Adigetto.it aveva dato il via con l'intervista della nostra Nadia Clementi . Vedi), Concast preme confermare nel merito quanto già contenuto nel comunicato citato che descrive in dettaglio i protocolli e le prassi adottati negli ultimi sei anni, sviluppati in collaborazione con primari istituti di ricerca quali Fondazione Mach e Istituto zooprofilattico IzsVe e con il costante supporto dell’Azienda sanitaria.
Un lavoro portato avanti con responsabilità proprio per evitare che tragedie come quella abbiano a ripetersi, tanto che questi studi rappresentano oggi il livello più avanzato di ricerca e di prassi casearie anche nel resto d’Italia. I controlli sono reali e certificati, e Concast è disposto a rispondere a qualsiasi domanda tecnica venga sottoposta.
 
Detto questo, e avendo sempre presente il dramma di un bambino e la sua famiglia, occorre chiedersi anche se la Val di Non abbia o meno il diritto di identificare la propria produzione casearia all’interno di un territorio, e farne anche uno strumento comunicativo in chiave turistica.
Concast crede di sì. Il formaggio che ne è scaturito è innanzitutto a latte pastorizzato e non crudo, e soprattutto è espressione di un lavoro corale, strettamente organizzato e controllato dal Concast - Formaggi trentini.
Un formaggio, appunto, di territorio, né un premio né un marchio di qualità a questo o quel caseificio.
Oggi in Val di Non tutti i formaggi tradizionali prodotti dai caseifici sociali sono a latte pastorizzato.
 
È stato sbagliato iniziare la produzione proprio dal caseificio di Coredo (ancorché nello stabilimento di Tuenno)? Dal punto di vista tecnico no, perché Coredo - come tutti gli altri caseifici - garantisce le migliori condizioni di produzione.
Dal punto di vista della sensibilità e dell’opportunità sicuramente sì, e di questo Concast ha già avuto modo di scusarsi.
«Giusto attendere che la giustizia faccia il suo corso in merito a responsabilità individuali – afferma il presidente Stefano Albasini – ma comprendiamo che questa scelta abbia acuito un dolore che per la famiglia Maestri si rinnova ogni giorno.
«Più che chiudere un caseificio o lasciarlo fuori dalla produzione di territorio ci siamo concentrati sulla salubrità generalizzata dei formaggi e sulla qualità complessiva, richiedendo a tutti i caseifici i medesimi standard affinché sia tutelata sempre meglio la salute pubblica.»
 
Riguardo i formaggi a latte crudo (ribadiamo: non è il caso del Fresco Val di Non), va detto che essi rappresentano la maggioranza della produzione in Trentino perché esprimono la tradizione e la biodiversità di un territorio - non una “moda” - e non è possibile farli in altro modo.
È però possibile mettere a frutto tutte le conoscenze acquisite in termini di prevenzione e di buone prassi, anche informando correttamente i consumatori.
Su questo, come sulle buone prassi e sui risultati delle analisi, Concast - Formaggi Trentini vorrebbe sinceramente essere al fianco e non sul fronte opposto al signor Maestri.
 
«La salute dei consumatori preme a noi come a lui, ma non possiamo penalizzare un intero settore, in cui lavorano con impegno e dedizione centinaia di allevatori, – conclude Albasini.
«Si può fare di più? Naturalmente sì, come in tutte le cose, e questo sarà il nostro impegno anche per il futuro, come sempre.»

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