Valsugana, divieto di avvicinamento al papà e ai fratelli
Gi sciagurati la tormentavano minacciandola di riportarla in Pakistan
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Borgo V.na hanno dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di avvicinamento emessa dal GIP del Tribunale di Trento all’esito di una indagine da loro svolta, a carico dei tre uomini -padre e fratelli maggiori di una ragazza minorenne- per il reato di maltrattamenti in famiglia, lesioni e stalking.
I Carabinieri, attivati dal dirigente scolastico dell’istituto frequentato dalla vittima, ascoltando la ragazza con l’ausilio di una psicologa, hanno fatto luce su una raccapricciante storia di violenze fisiche e verbali, che la stessa era costretta a subire, finanche la proibizione di uscire di casa da sola e il divieto assoluto di vestirsi all’occidentale.
Bastava poco a scatenare la violenza tra le mura domestiche, anche il semplice rifiuto di servire il pranzo al fratello più grande poteva far scattare la furia dei maschi di casa.
A spingere la vittima a denunciare i vari soprusi, è stato lo stalking di uno dei due fratelli.
Quest’ultimo da sempre la sottoponeva a costanti controlli impedendogli, ad esempio, di avere un profilo instagram e giungendo anche a rompergli il telefono a causa di alcuni messaggi scritti dalla ragazzina.
La vessava inoltre con minacce anche gravi, giungendo addirittura, nelle scorse settimane, a manifestarle l’intenzione di portarla in Pakistan, loro terra di origine, per costringerla a sottostare ai canoni dell’ortodossia religiosa islamica e a sposarsi al compimento della maggiore età.
Il pronto intervento dei Carabinieri e la solerzia con cui hanno avviato le loro indagini hanno scongiurato epiloghi estremi, consentendo di porre immediatamente in sicurezza la vittima collocandola presso una struttura «protetta».
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