L’ex questore di Trento Angelo Caldarola assolto da ogni accusa

Era stato ingiustamente indagato per abuso d'ufficio in un'inchiesta che aveva coinvolto il figlio avvocato che si occupava di permessi di soggiorno

Tutti ricorderanno quando lo stimato questore di Trento, Angelo Caldarola, lasciò la città proprio nel momento migliore della sua attività in provincia.
L’ultima intervista fatta dal nostro giornale a Caldarola è ancora disponibile tramite questo link.
Pochi forse conoscono invece le ragioni di quell’avvicendamento intempestivo.
 
Nel mese di marzo del 2010 era stato arrestato l’avvocato Giuseppe Caldarola, figlio 31enne dell’allora questore di Trento, coinvolto a Brescia in un’inchiesta su un presunto giro di falsi permessi di soggiorno.
Subito rimbalzò la notizia del «diretto coinvolgimento del padre Angelo» iscritto nel registro degli indagati di quella città con l'accusa di abuso d'ufficio per essersi attivato a favore del figlio avvocato.
Secondo l’accusa, avrebbe fatto in modo di accelerare alcune pratiche ferme negli uffici della questura.
 
Dopo 40 anni di carriera, Angelo Caldarola si era segnalato per alcune prese di posizione particolarmente intense su alcuni temi piuttosto caldi, quali per esempio la necessità di dotare la città di uno spazio a disposizione per la preghiera dei musulmani.
Suo figlio Giuseppe invece era avvocato da poco, iscritto al foro di Reggio Emilia, di cui sappiamo solo che nel corso di quell'inchiesta era stato oggetto di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.
 
Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto di Brescia, Fabio Salamone, e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Brescia, riguardavano in particolare un giro di false deleghe al ritiro dei permessi di soggiorno relativi ai flussi immigratori degli anni 2006-2007.
L’accusa, per il questore di Trento Angelo Caldarola, era d’abuso d’ufficio, in quanto - sempre secondo l’assunto dell’accusa - si sarebbe attivato per accelerare delle pratiche di cui si stava occupando il figlio a Brescia.
 
Ciò premesso, abbiamo il piacere di comunicare che, al termine degli iter giudiziari del caso, sono stati assolti con formula piena sia Angelo Caldarola che suo figlio Giuseppe.
È un piacere sapere che la pubblica sicurezza della città di Trento sia stata sempre nelle mani di un uomo valido e integerrimo, e che la fiducia dei cittadini non era stata mal riposta.