Mobbing: come difendersi dai soprusi sul posto di lavoro

Prima di procedere è sempre bene chiedere una consulenza con un ente specializzato

Il mobbing è una forma di bullismo che si manifesta non nelle scuole, con ragazzi e bambini, ma sui luoghi di lavoro, tra adulti.
Si può parlare di mobbing quando il comportamento di capi e colleghi è deliberatamente ed immotivatamente aggressivo, scontroso, vessatorio, calunnioso, quando si è costretti al demansionamento, a costrizioni non permesse sul proprio contratto, con l’obiettivo ultimo di far crollare il lavoratore e costringerlo a dare le dimissioni.
Per tutela i lavoratori sottoposti al mobbing si fa riferimento al Codice Civile e, nello specifico, all’art. 2087.

Per sporgere una denuncia è però necessario raccogliere diverse prove da portare nel corso di una causa per il mobbing sul lavoro.
Vediamo insieme quali possono essere.
 
 Tempo e volontarietà  
I fenomeni di mobbing non sono sporadici né limitati nel tempo: si tratta di aggressioni sistematiche e volontarie, a volte pianificate e studiate nei minimi dettagli. Tutti i lavoratori possono essere vittime di mobbing:
-    Orizzontale, cioè tra colleghi parigrado
-    Discente, cioè dai capi ai sottoposti
-    Ascendente, cioè dai sottoposti ai capi (ad esempio con tentativi di ridicolizzazione o insubordinazione)
 
 La causa civile: come dimostrare il mobbing  
Il mobbing non è un reato, ma un illecito civile. Per raccogliere le prove di tali fenomeni è necessario dimostrare che:
-    I comportamenti vessatori sono perpetrati nel tempo e con ripetitività e costanza
-    I comportamenti ledono l’integrità e la dignità fisica e psicologica del lavoratore
-    C’è una correlazione tra il comportamento del bullo e del bullizzato
-    C’è volontà da parte del bullo di essere persecutorio
 
Per raccogliere le prove è bene rivolgersi a sportelli pubblici di consulenza, associazioni sindacali o avvocati specializzati che possono suggerire la giusta condotta e i provvedimenti da avviare.
Uno, antecedente alla denuncia, è la lettera di diffida: un documento inviato ai vertici dell’azienda in cui si spiega si essere sottoposti ad un comportamento vessatorio e si richiede l’immediato intervento per riportare il luogo di lavoro ad un ambiente sicuro e sano.
 
Alla causa civile per mobbing si può affiancare una denuncia penale nei casi di:
-    Molestia fisica
-    Molestia o aggressione o violenza sessuale
-    Minaccia
-    Intimidazione
-    Diffamazione
Tutti fenomeni che si configurano come veri e propri reati.
 
 Le prove  
Le prove che si possono raccogliere in una causa di mobbing sono molte. I certificati medici che attestano uno stato di malessere collegato al lavoro sono fondamentali, ma si possono anche conservare mail, sms e messaggi intimidatori, documenti che attestino che il demansionamento sia frutto di una ritorsione, eventuali deposizioni di colleghi (che saranno più propensi a prendere le parti del mobbizzato se sono dirigenti; un parigrado potrebbe temere infatti ritorsioni da parte del datore di lavoro molesto).

L’onere della prova in una causa di mobbing è davvero molto complesso da ottenere, perché è difficile dimostrare la correlazione tra i comportamenti e la loro volontarietà di causare una sofferenza al lavoratore.
In ogni caso, prima di procedere è sempre bene chiedere una consulenza con un ente specializzato o un professionista.