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Crosetto: «Necessario un sistema europeo di difesa»

Al Festival dell'economia le riflessioni del ministro su conflitto in Ucraina e aiuti in Africa

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Nessuna nazione europea può difendersi da sola.
Per questo motivo si rende necessario un sistema collettivo di difesa e sicurezza che metta a fattor comune le forze armate di tutti i paesi della Ue. Come è la Nato.
I tempi ci stanno obbligando a seguire questo percorso: ci stiamo lavorando nonostante i tempi della burocrazia, e delle resistenze di ogni singolo Stato.
«Non è facile ma ci stiamo provando». Così il ministro della difesa Guido Crosetto, intervenuto al Teatro sociale di Trento nell'ambito del Festival dell'economia, dove ha dialogato con il direttore dell'Ansa Luigi Contu intorno al tema «L'Europa della difesa».
 
Il ministro ha affrontato il tema del conflitto in Ucraina, in merito al quale il sentore è che lo scenario politico non cambierà nell'immediato.
«Nel prossimo futuro potrebbe tuttavia cambiare l'atteggiamento degli Stati Uniti. Dobbiamo fare di tutto per evitare un altro Afghanistan», – sono state le parole di Crosetto. – È necessario arrivare alla fine del conflitto e mettere in piedi un tavolo di pace, ma per ottenerlo qualcuno deve smettere di tirare bombe sui civili e invadere il territorio di nazioni libere e sovrane.»
Il Governo e il ministro alla difesa in particolare hanno peraltro offerto il loro appoggio al Vaticano, che ha indicato sua eminenza il cardinale Zuppi quale figura chiave per una missione di pace che gli è stata affidata dal Papa:
«Quando Francesco indica una persona per cercare di trovare una soluzione, il primo compito di chi ha come responsabilità quella di difendere il Paese è aiutare quella persona. Io l’ho fatto e ho messo a disposizione di Zuppi ogni possibile aiuto.»
 

 
Il ruolo dell'esercito, quale realtà necessaria per la difesa della Patria, è stato approfondito dal ministro Crosetto che ha ricordato l'impegno e la competenza degli uomini e delle donne delle forze armate:
«Abbiamo persone che per noi sono disposte a morire. Ma non lo concepiamo, cerchiamo di allontanare questa possibilità perché ci fa orrore, anche se la possibilità che accada ci deve far riflettere.
«Per questo dobbiamo dire la verità, favorendo una diffusione di realismo e di consapevolezza.»
 
E ancora: «Nei Paesi dove gli italiani stanno svolgendo le loro missioni militari, veniamo accolti come amici perché negli ultimi decenni il nostro Paese all’Estero ha portato sicurezza, competenza e professionalità oltre che percorsi di pace».
Il ministro si è inoltre concentrato sul rapporto tra il Vecchio Continente e l'Africa:
«Non esiste alcun futuro per l’Europa senza un futuro per l’Africa.
«Chiunque guardi al futuro – ha aggiunto – deve capire ora che è necessario creare le condizioni di una crescita economica e sociale in Africa.
«Questo significa avere rispetto e aiutare quelle popolazioni a crescere sul piano economico, sociale, sanitario, culturale, civile chiedendoci cosa lasciamo a quei Paesi per aiutarli a progredire e non cosa portiamo via.
«Dobbiamo iniziare a piantare alberi sapendo che non ne godremo l’ombra», – ha concluso.

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