Incontri con l’ autore: dibattito sull’oro nero
Un mito chiamato petrolio - Leonardo Maugeri presenta «L'era del petrolio»
«La produzione di petrolio è
al suo picco, nel giro di pochi anni le riserve saranno
esaurite». Così scriveva la CIA in un'informativa di 29
anni fa. E' da questa citazione che parte l'incontro, nella
biblioteca comunale, con Leonardo Maugeri,
direttore strategia e sviluppo dell'Eni, e autore del libro «L'era
del petrolio, mitologia, storia e futuro della più controversa
risorsa del mondo».
Anche oggi, secondo Maugeri, non è vero che siamo vicini all'
esaurimento delle riserve di petrolio come affermano invece i
«catastrofismi». L' autore spiega come il petrolio non si trovi,
come molti pensano, in laghi sotterranei, ma nella porosità della
roccia: è quindi molto difficile fare delle stime precise su quanto
ancora ce ne sia. Per lo stesso motivo si riesce ad recuperare solo
una parte a causa di problemi legati alla tecnologia attuale: oggi
dai giacimenti esistenti si estrae solo il 35% del greggio
disponibile.
Maugeri aggiunge poi che gran parte del mondo è ancora inesplorata
dal punto di vista dei giacimenti: l' Arabia Saudita ad esempio,
maggiore produttore mondiale di petrolio , è ancora relativamente
vergine per quanto riguarda l' esplorazione petrolifera, «basti
pensare che in Arabia Saudita sono stati fatti solamente 300 pozzi
esplorativi contro il milione degli Stati Uniti».
L' autore sostiene che l' età del petrolio non finirà per mancanza
di petrolio, ma perché si scoprirà qualcosa di più economico,
esattamente come è successo per l' età del carbone: con la scoperta
del petrolio infatti il consumo del carbone è decisamente diminuito
e oggi si stima che ve ne sia ancora in abbondanza almeno per i
prossimi 300 anni.
A coloro che sostengono che l' enorme crescita di domanda di
petrolio da parte di Paesi con economie in forte sviluppo come la
Cina possa portare ad un velocizzarsi del consumo delle scorte,
Maugeri risponde che la Cina parte da un consumo talmente basso di
petrolio da non destare preoccupazione. «Il vero "mostro
energetico" continua ad essere l'America con un consumo pro capite
di petrolio stimato in 26 barili all' anno. L' Italia, dal canto
suo, ha un consumo pro capite di 10 barili all' anno, anche se
tende ad imitare i consumi dei peggiori: basti guardare la
diffusione che hanno avuto negli ultimi anni i SUV, pensati
originariamente per il mercato statunitense».
Per quanto riguarda gli scenari politici, Maugeri sostiene che l'
oscillamento dei prezzi e della produzione di petrolio non dipende
da fattori geopolitici ma dall' andamento dell' economia. Secondo
l' autore, cioè, i Paesi Arabi non vogliono mettere sotto scacco
l'Occidente utilizzando la leva del petrolio. «L'idea di un ricatto
petrolifero esiste in malafede in ambienti occidentali.»
Secondo Maugeri la crisi attuale è frutto del fatto che i prezzi
sono stati troppo bassi negli anni '90, per cui «oggi stiamo
pagando i bassi prezzi di ieri».
Entro la fine del 2010 vi sarà una nuova ondata di produzione per
via degli investimenti che si stanno facendo, il che porterà ad un
nuovo abbassamento dei prezzi: per il 2010 si prevede una
produzione di 100 milioni di barili al giorno contro gli 86 di
oggi, mentre la domanda, ad avviso di Maugeri, non crescerà così
tanto.