Il 15 agosto Papa Francesco ha lanciato una durissima denuncia

E 15 associazioni per l’Africa della Vallagarina si sono mosse con Mpaliza e Zanotelli per fermare il massacro in Congo

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È una terra straziata dai massacri quella del Congo. Terra ricca di materie prime, di oro, uranio, diamanti... una condanna.
Terra dimenticata dai più, dove da anni si sta consumando una delle pagine più brutali della nostra storia.
In Congo, nel territorio di Beni, si sta verificando un’azione di totale terrore: decapitazioni, torture, sequestri, violenze sessuali su bambini… un vero e proprio genocidio.
Ogni tanto si scoprono fosse comuni contenenti uomini, donne e bambini uccisi con colpi di machete.
Le bande che scorrazzano in queste terre, non solo distruggono e bruciano i campi ma per atterrire la popolazione uccidono con azioni simbolo come la decapitazione.
 
La «legge» del terrore è voluta, per far sì che la popolazione abbandoni i villaggi per le città e le conseguenze sono devastanti.
In quanto le città non sono in grado di reggere l’arrivo di vedovi, orfani, non ci sono sufficienti strutture, i bambini non vanno più a scuola, c’è miseria, fame e la paura genera sentimenti di insicurezza, sospetto e rifiuto.
Il 15 agosto Papa Francesco ha lanciato una durissima denuncia.
Ha chiesto giustizia per le vittime della prepotenza dei potenti, per le bambine «costrette a lavori disumani», per le «donne sopraffatte dal dramma della violenza», per «il Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo», recentemente colpito «da nuovi massacri, che da tempo vengono perpetrati nel silenzio vergognoso»; questa popolazione «fa parte dei tanti innocenti che non hanno peso sull'opinione mondiale».
Ma le condanne del Papa e dell’Onu non bastano a fermare il massacro da parte di sedicenti «gruppi rivoluzionari», che in realtà altro non sono che mercenari pagati per terrorizzare e cacciare via la gente dai loro territori e consentire lo sfruttamento delle immense ricchezze del sottosuolo.
 
Un sottosuolo che come sanno bene gli studenti di Rovereto è ricco anche di coltan (il minerale indispensabile per la realizzazione dei cellulari).
Lo sanno perché nella loro Marcia per la legalità, pace e solidarietà nel 2015 hanno invitato il camminatore per la Pace John Mpaliza, già protagonista di varie azioni di appello per il Congo.
Ora John, insieme a Padre Alex Zanotelli, torna a rivolgersi a Rovereto, coinvolgendo nel suo appello il Coordinamento delle associazioni della Vallagarina per l’Africa - Cava - che sono 15 e che da due anni lavorano in stretto contatto con la Comunità della Vallagarina, affinché si prema per una cessazione dei massacri nella zona di Beni, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo.
Scrive John: «Con questo messaggio, vorrei rivolgermi a tutte le persone, organizzazioni e istituzioni di buona volontà che, in questi lunghi anni di sensibilizzazione, sono entrati in contatto con il dramma che vive il popolo congolese. Con le associazioni del CAVA (Coordinamento Associazioni della Vallagarina per l’Africa) si è deciso di portare avanti un azione immediata, scrivere una lettera, con richieste forti e condivise, nella direzione di quelle espresse dal Presidente Pittella, indirizzata a Federica Mogherini (Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza), Ban-Ki Moon (Segretario Generale dell’ONU), Martin Schulz (Presidente del Parlamento Europeo) e ai presidenti dei vari gruppi parlamentari del Parlamento Europeo, lettera che sarà inviata a più organizzazioni e istituzioni possibili per l’adesione tramite sottoscrizione. Obiettivo per l’autunno è di organizzazione di una marcia a staffetta da Reggio Emilia a Bruxelles con l’obiettivo di arrivare a destinazione con un messaggio forte e condiviso per rafforzare le richieste e raccomandazioni degli europarlamentari che si stanno occupando dei massacri di Beni, una marcia della e per la pace per richiedere l’intervento immediato delle istituzioni internazionali, in particolare l’Europa, per fermare questo olocausto!»