Haiti: In viaggio con la solidarietà dal 26 febbraio

Gli scatti di Pino Ninfa narrano in una performance multimediale a Trento e una mostra fotografica a Isera la voglia di rinascita degli haitiani dopo il sisma del 2010

A sei anni ormai dal terribile terremoto che ha devasto Haiti poco è cambiato per moltissimi haitiani, sopravvissuti al sisma ma che quotidianamente devono fare i conti con un'enorme miseria.
Eppure la speranza di rinascita non manca, come testimoniano le fotografie realizzate da Pino Ninfa, scatti di grande intensità che raccontano l'intreccio positivo tra desiderio di rialzarsi e progetti di solidarietà.
Un racconto affascinante e coinvolgente che arriva anche in Trentino con una duplice iniziativa di Cgil del Trentino e Uil del Trentino, realizzata in collaborazione con Terra Libera, Fondazione Prosolidar, Progetto Sud e Comune di Isera:

- venerdì 26 febbraio la performance del fotografo Pino Ninfa e del musicista Enrico Merlin.
Insieme, Ninfa e Merler, hanno dato vita a un progetto multimediale che racconta le attività solidali sostenute ad Haiti da Progetto Sud e Prosolidar, anche con il supporto delle organizzazioni sindacali.
L'appuntamento è alle 18, a Trento, nella sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, in via Calepina 1.
- da sabato 27 febbraio a sabato 12 marzo una mostra fotografica degli scatti più intensi del viaggio condotto da Ninfa, nella vita degli haitiani dopo il sisma: la ricostruzione del centro di formazione professionale Enam, la città di Port Au Prince, l'esperienza di un teatro danza.
La mostra è ospitata ad Isera, a Palazzo de Probizer.
L'inaugurazione è sabato 27 febbraio alle 17.
 
Entrambi gli incontri saranno introdotti da Mario Cossali che ne ha curato l'organizzazione
«La fotografia non è solo strumento di denuncia, ma una forma d'arte che racconta una storia - spiega Ninfa -. Ho voluto testimoniare la vita di Haiti oggi, dopo cinque anni dal terremoto. Sono andato in giro a raccogliere le immagini della città di Port au Prince, dalle zone più pericolose a quella del centro Enam, una scuola professionale dove, nel 2010, sono morti 250 studenti.»
Nelle sue foto Ninfa coglie la speranza per un futuro migliore.
La ricostruzione della scuola professionale ne è un esempio.
 
«Rimettere in piedi questo centro - dice Ninfa - è stato importante per garantire alle nuove generazioni un'istruzione e, allo stesso tempo, un avvenire per il proprio paese.»
Le foto sono esposte in un ordine non prestabilito: si passa dagli sguardi fieri di un gruppo di uomini all'entrata di un centro dove si pratica il rito voodoo, ai bambini in fila per andare a scuola.
Immagini non forzate, ma ferme a raccontare la realtà di ciò che si vede.
Come il corpo della danzatrice che balla accanto al pianoforte miracolosamente sopravvissuto al disastro.