Giornata mondiale alimentazione: sostenere piccoli agricoltori
In occasione della Giornata che ricorre il 16 ottobre, il settore cooperazione allo sviluppo della Provincia di Bolzano propone alcune riflessioni
Bimbo del Burkina Faso - Foto Franco De Giorgi.
Il cibo, il cui scopo fondamentale è dare nutrimento e salute, rappresenta oggi il più grande problema sanitario mondiale: quasi un miliardo di persone soffre la fame e la malnutrizione, due miliardi sono affetti da patologie quali obesità e diabete, mentre numerose altre malattie sono causate da cibi non sufficientemente sani.
Per contribuire alla fine della fame e malnutrizione nel mondo, come ha fatto presente il Premio Nobel Alternativo Vandana Shiva di recente ospite a Bolzano per Giornata della Cooperazione allo sviluppo 2015, dovranno essere attuate politiche adeguate nei confronti dei piccoli agricoltori nel mondo e a sostegno dell'agricoltura tradizionale.
Nonostante le scarse risorse a loro disposizione, essi continuano, infatti, a produrre la maggior parte del cibo e ad alimentare il mondo.
Il Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), la FAO e il Relatore speciale dell'ONU sul diritto all'alimentazione stima che i piccoli agricoltori producono fino al 80% del cibo nei peaei non industrializzati, nonostante abbiano a disposizione proprietà terriere molto limitate.
Le grandi aziende agricole tendono invece a produrre materie prime e concentrarsi su colture di esportazione, prodotti ai quali tra l'altro la popolazione locale non ha accesso (piante coltivate per l'alimentazione animale o biocombustibili, prodotti in legno e altre colture non alimentari).
L'espandersi delle grandi aziende agricole nei paesi nel Sud del Mondo è alquanto problematico per i piccoli produttori.
L'iniziativa «Everything but arms» promossa dall'Unione Europea che esonera le multinazionali a partire dal 2001 dal pagamento di dazi doganali per esportare prodotti come il riso, lo zucchero e le banane in Europa ha ulteriormente stimolato la presenza delle multinazionali in paesi come la Cambogia mettendo in grave pericolo migliaia di piccoli produttori costretti a lasciare le loro case e le loro terre per trovare fortuna nelle città.
In un recente documento sui piccoli agricoltori e agroecologia, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul diritto all'alimentazione, conclude che la produzione alimentare mondiale potrebbe raddoppiare entro un decennio, se venissero attuate politiche adeguate nei confronti dei piccoli agricoltori e dell'agricoltura tradizionale.
Iniziative agro-ecologiche per i piccoli agricoltori hanno già prodotto un aumento medio dei raccolti dell'80% in 57 paesi in via di sviluppo.
Molti dei programmi di cooperazione allo sviluppo della Provincia si occupano di queste tematiche e sono da sempre a sostegno dei piccoli agricoltori nelle aree rurali dei paesi partner.
Sostenendo gli agricoltori anche con piccole innovazioni nelle tecniche agricole si è ottenuto un aumento costante della produttività ed allo stesso tempo si è evitata l'emigrazione verso i centri urbani o verso altri paesi.
Ad esempio in Burkina Faso dove tuttora il 44.6 % della popolazione vive sotto la soglia della povertà e quindi con meno di 1,25 dollari al giorno, la Provincia ha realizzato negli ultimi 20 anni vari programmi di cooperazione decentrata, anche in collaborazione con la FAO, che hanno puntato su miglioramenti della produzione dei piccoli agricoltori nelle zone rurali in diverse province e comuni del paese.
Franco De Giorgi che coordina il Programma (sostenuto anche dalla Provincia), di Lotta alla Malnutrizione con interventi di emergenza, operando da quattro anni nei villaggi e negli ospedali dei Distretti di Ouargaye, Pouytenga e Zorgho, ha confermato in una nota inviata il 14.10.2015 che riguardo alla malnutrizione acuta severa nei bambini, dal 2012 al 2015, c'è stato un netto e confortante miglioramento.
Una delle principali ragioni è che il paese intero ha beneficiato di annate di buoni raccolti, e che tre anni di continue campagne di ricerca dei bambini malati, di formazione del personale sanitario (oltre 100 infermieri) e degli agenti di salute di base comunitari (1.650) ha permesso di rintracciare e curare praticamente tutti i bambini malati per assisterli ambulatorialmente e soprattutto di curare quelli più gravi nei centri di recupero nutrizionale.
Nella zona di intervento del progetto (11.000 kmq, 1.000.000 di abitanti, 150.000 bambini a rischio) la prevalenza della malnutrizione acuta severa tra i bambini è passata da 2,6% a 0,6%; in questi tre anni il GVC organizzazione non governativa con cui lavora il Dr. Franco De Giorgi ha identificato e assistito in tre centri oltre 12.000 bambini, dei quali 1.700 molto gravi.