Le donne della pace incontrano le amministratrici del comune

Intenso e a tratti doloroso incontro ieri pomeriggio in Consiglio comunale di Trento

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Ha aperto l’incontro la presidente del Consiglio Comunale di Trento Lucia Coppola, ricordando che «l’Italia è un paese che ripudia la guerra e che vive in pace da 70 anni e dove è più facile dimenticarsi del dolore degli altri.
«Invece dobbiamo agire come donne di pace, – continua la presidente. – E significa farlo anche nel cuore, nella mente e nella nostra quotidianità. Le statistiche dicono che le donne sono le maggiori vittime dei conflitti ma solo il 3% degli accordi di pace sono firmati da loro.»
E termina il suo saluto istituzionale affermando che esse hanno vocazione per la salvaguardia della vita sono costruttrici di ponti e che agiscono per difendere la vita, e ribadendo la necessità di un dialogo interreligioso vissuto al femminile nel rispetto del prossimo dimenticando pregiudizi e stereotipi e incontrandosi come essere umani grazie a quel genio femminile riconosciuto da Papa Francesco ed è grazie «alla maternità spirituale e non solo alla maternità fisica che siamo tutte donne per la pace».
 
Prende la parola l’assessore Andrea Robol che porta il saluto dell’amministrazione comunale.
«Saluto e ringrazio le donne di fede che sono qui oggi e ringrazio di cuore Lia Beltrami e Lucia Coppola.
«Questa è una straordinaria occasione di ascoltare insieme alle donne dell’amministrazione che si impegnano nelle istituzioni comunali per passione o per lavoro, la testimonianza di tre donne per la pace che ci racconteranno la loro esperienza e la storia di questo movimento che è partito da Trento e Gerusalemme.
«Tutti convinti che la pace deve essere coltivata quotidianamente.»
 
Lia Beltrami introduce le ospiti ringraziandole per essere a Trento in questi giorni così difficili nelle loro terre e prosegue con «un ringraziamento da parte nostra per questo momento così importante.
«Perché è la prima volta che ci sediamo in un consiglio cittadino. E siamo molto contente che succeda a Trento, dove il gruppo è nato, prima delle tappe che ospiteranno il gruppo nei prossimi mesi.»
L’Obiettivo spiega la regista trentina è quello di creare in futuro.
«Un forum per tutte le donne che stanno lavorando alla pace ispirate da questo gruppo, anche le donne del Kosovo che non hanno potuto essere con noi – e sottolinea l’impegno di questo gruppo che – non lavora sul terreno politico ma fa una vera e propria politica della quotidianità.»
 
La voce poi alle protagoniste, molto toccate dagli eventi che stanno accadendo nella loro terra ma determinate a lavorare per la pace e per il dialogo come sottolinea Faten Alzenati, araba musulmana nel suo intervento.
«La nostra terra sanguina per l’odio e per la violenza, ma c’è una grande forza di essere qui come donne e madri israeliane, arabe, musulmane, cristiane, ebree.
«Faccio fatica ad essere lontano da casa ma penso sia un dono di Dio poter vivere questa esperienza e poter dare il nostro contributo alla pace.»
 
Andrea Morghen