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Elezioni anticipate in Francia: la mossa vincente di Macron

Vincono le sinistre, Macron è il secondo partito, battuta Le Pen che va al terzo posto

Macron aveva sciolto il parlamento non appena conosciuti i risultati delle votazioni europee, quando la destra di Le Pen si era minacciosamente portata in testa alle elezioni.
Molti si erano chiesti per quale ragione il presidente avesse deciso una mossa del genere, all’apparenza una follia politica.
E in effetti si trattava di un gioco d’azzardo, basato sul principio che la conoscenza dei risultati porterebbe gli elettori a modificare la propria scelta nel caso potessero tornare subito alle urne.
E Macron, visto il sistema elettorale francese, ha avuto tre opportunità per sfruttare questo meccanismo.
Al primo turno elettorale, Le Pen risultava essere il primo partito del Paese e ai ballottaggi avrebbe potuto ottenere la maggioranza assoluta. Ed è stato a questo punto che il meccanismo è scattato ripetutamente.
 
Anzitutto i partiti di sinistra hanno accettato di ritirare il candidato minore dai ballottaggi per aumentare la forza di opposizione.
Poi il colpo di grazia lo hanno dato i francesi. Di fronte al rischio concreto della vittoria di Le Pen, si sono recati in massa alle urne: dal 46,23% del 2022 sono passati al 66,71%.
Questi i risultati, peraltro non definitivi: su un totale di 577 seggi, le sinistre riunite ne hanno conquistati più di 190, Macron (Ensemble) circa 165, Rassemblement National (destre) circa 138. Il resto è andato a partiti minori.
Se è evidente che nessuno ha conquistato la maggioranza assoluta, il partito di centro di Macron e le sinistre hanno ottenuto insieme circa il 61% dei seggi.
Magari sarà una convivenza difficile, ma troveranno sicuramente la quadra per formare un nuovo governo.
 
Ricordiamo come funziona la legge elettorale in Francia.
Il territorio francese è suddiviso in 577 circoscrizioni elettorali, pari al numero di seggi del parlamento da rinnovare.
Undici circoscrizioni sono fuori dal territorio nazionale, cioè all’estero.
In ogni collegio può vincere una sola persona candidata e può vincere al primo turno se ottiene il 50 percento più uno dei voti espressi da almeno il 25 percento degli elettori iscritti alle liste.

Il secondo turno si svolge in tutte quelle circoscrizioni che non hanno eletto un candidato al primo turno.
Potrebbero verificarsi, al secondo turno, anche casi con tre o più candidati: accederanno infatti al ballottaggio non solo i due che hanno ottenuto i migliori risultati al primo turno, ma tutti quelli che al primo turno hanno ottenuto almeno il 12,5 per cento dei voti delle persone iscritte nelle liste elettorali.
Per questo, alla luce dei risultati del primo turno, tutti i candidati di sinistra con minore possibilità di successo si sono ritirati. Altrimenti la dispersione avrebbe certamente favorito la destra.

GdM

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