In memoria del capitano Ranzani, caduto a Shindand
A trento la celebrazione ha avuto luogo presso la Caserma Pizzolato alla presenza delle autorità militari e civili del Trentino
A Trento, presso la Caserma
Pizzolato, è stata celebrata dal Cappellano Militare,
Mons. Mario Mucci, la Messa in suffragio del Capitano degli Alpini
Massimo Ranzani, effettivo al 5° reggimento Alpini di Vipiteno.
All'iniziativa è stata promossa dal Comandante Militare Regionale
Gen. Palladini, allo scopo di esprimere la vicinanza e l'affetto di
tutti i militari di stanza a Trento nei confronti dei familiari del
capitano Ranzani.
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È la seconda volta che vado ad assistere a una messa di suffragio
alla memoria di un caduto, da quando sono tornato
dall'Afghanistan.
E non mi abituerò mai a eventi come questo.
L'essere stati in quel teatro operativo, aver conosciuto i ragazzi
e averli visti all'opera non mi lascerà mai più indifferente.
E non è solo perché mi sono ritrovato alla stessa ora, nello stesso
posto e nelle medesime circostanze in cui negli ultimi giorni si
sono consumati i due attentati che hanno coinvolto il Quinto
Reggimento degli Alpini.
L'atmosfera che ho respirato a Herat era alimentata da aspetti che
credevo appartenessero ormai a un mondo scomparso con mio padre e
non ancora entrati nel mondo che ritenevo appartenesse solo al
management privato.
I ragazzi che ho conosciuto in Afghanistan sono bravi.
Responsabili, preparati, specializzati, organizzati. Fiduciosi nei
propri superiori. Dotati di buonsenso.
Pronti a morire per motivi umanitari, senza che glielo chieda
nessuno.
Che considerano un connazionale come qualcosa che vale di più della
loro missione.
Che vivono la Patria senza fanatismo ma in pieno rispetto.
Che non vedono l'ora di tornare a casa. E incontrare la morosa (che
sentono tutte le sere con Skype). E vedere la mamma (che
non chiamano mai, ma alla quale pensano sempre nei momenti di
difficoltà).
Il capitano Massimo Ranzani non è tornato a casa vivo. Non
incontrerà la morosa e probabilmente non ha avuto i tempo di
invocare la mamma prima di morire.
Oggi torna a casa il suo corpo. Lui, come sappiamo, era già con
noi.
Il colonnello Coradello (foto sotto),
comandante del V Reggimento, prima di lasciarlo tornare a casa,
davanti alla sua bara ha fatto l'appello.
«Capitano Massimo Ranzani…!»
«Presente!»
G. de Mozzi