Il caporalmaggiore Sanna è stato ucciso con un'«azione subdola»
Quello avvenuto ieri a Bala Murghab (Afghanistan) è stato un attentato vero e proprio, cioè finalizzato solo a uccidere per uccidere
Non siamo ancora in possesso di una versione ufficiale sulle circostanze che hanno portato alla morte del Primo caporalmaggiore Luca Sanna e al grave ferimento del suo collega, ma allo stato sembra che le cose siano andate così.
Un militare del'ANA (esercito regolare afghano) si è avvicinato al caporalmaggiore come per chiedergli consiglio sul cattivo funzionamento del suo fucile mitragliatore leggero.
Il nostro ragazzo si è avvicinato e l'altro ha aperto il fuoco sparandogli alla testa.
Poi ha sparato all'altro, colpendolo alla spalla e al torace.
Infine se ne è andato indisturbato.
Sono cose che possono succedere, dato che la collaborazione con i militari afghani è uno dei punti fermi della missione ISAF.
I contorni dello scontro a fuoco assumono le caratteristiche dell'attentato vero e proprio, in quando si tratta di un'«azione subdola», come è precisato dalla terminologia militare.
Chi scrive questo articolo è stato in un avamposto difeso da truppe italiane, americane e afghane. E, delle due, l'una: o ti fidi o non ti fidi.
Il lavoro di selezione spetta alle intelligence della coalizione, ma certamente non è un lavoro facile.
In ogni caso, quando avremo una versione ufficiale, provvederemo a pubblicarla.
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Aggiornamento
Abbiamo appreso che sarebbe stato un infiltrato a compiere l'attentato che è costato la vita a Sanna. Cioè un terrorista che si è arruolato come miitare afghano e che, al momento opportuno, ha compiuto il suo attentato.