Il Grido dell'Amazzonia arriva in Trentino mercoledì 2 ottobre

Incontro pubblico con la leader indigena Guarani Ñandeva Leila Rocha al Centro per la Cooperazione Internazionale di Trento in Vicolo San Marco 1

Il problema dell'Amazzonia e dei popoli indigeni al centro dell'attenzione del Trentino.
È questo lo scopo dell'incontro pubblico con la leader indigena Guarani Ñandeva Leila Rocha che si terrà questo mercoledì 2 ottobre alle ore 18.00 presso il Centro per la Cooperazione Internazionale (CCI), a Vicolo San Marco, 1, Trento.
Promossa da un pool di diverse realtà come il Consorzio Brasil Trentino, la Rete delle Resistenze, la Rete In Difesa Di, la Rete Italiana di Solidarietà al Popolo Guarani, l'Arcidiocesi di Trento, l'Associazione Viração&Jangada e il CCI, l'iniziativa «vuole riflettere sulla situazione catastrofica in cui si trova l'Amazzonia, devastata dagli incendi provocati dai grandi agricoltori e allevatori che vogliono farne terreno da pascolo.
  
E non solo. Sarà un atto politico per denunciare l'ecocidio, la violenza contro i popoli indigeni e le politiche folli del Presidente del Brasile Jair Bolsonaro a favore dei latifondisti e delle industrie minerarie», spiega il giornalista Paulo Lima, uno degli organizzatori e presidente di Viração&Jangada.
Il 25% dell’aria che respiriamo arriva da quella foresta e il 20% dell’acqua dolce dai suoi fiumi. Ma soprattutto l’Amazzonia possiede una grande sociodiversità: ha 33 milioni di abitanti, di cui circa tre milioni di indigeni, appartenenti a 390 popoli, 137 dei quali isolati o senza contatti esterni; vi si parlano 240 lingue, appartenenti a 49 famiglie linguistiche diverse.
 
L'evento a Trento si inserisce in una cornice ampia e che vuole far partecipare anche i trentini alla chiamata di Papa Francesco al Sinodo speciale: «Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale», che si terrà a Roma dal 6 al 27 ottobre 2019.
Il pontefice, che ben conosce i popoli amazzonici e i problemi che li travagliano, ha affermato a Puerto Maldonado, in Perù il 19 gennaio 2018, mentre convocava il Sinodo: «Probabilmente i popoli originari dell’Amazzonia non sono mai stati tanto minacciati nei loro territori come lo sono ora. L’Amazzonia è una terra molto ricca e per questo vi è da sempre la forte pressione dei grandi interessi economici che indirizzano la loro avidità verso il petrolio, il gas, il legno, l’oro, le monocolture agro-industriali; ma non si tratta solo del depauperamento dell’unico pianeta che abbiamo; la cosa inaccettabile è che queste politiche promuovono lo sfruttamento perverso della natura senza tener conto degli esseri umani che ci vivono ed in questo caso dei fratelli amazzonici che la abitano.»