Nuovamente alta tensione fra Kosovo e Serbia

Si teme uno scontro armato e già si minacciano Mosca e la Nato

Sono sorte nuove tensioni tra Kosovo e Serbia e c’è chi teme uno scontro armato tra i due paesi.
I serbi non accettano le nuove misure varate da Pristina sul divieto di documenti di identità e di targhe serbi in Kosovo a partire da lunedì primo agosto.
Il Cremlino ha annunciato che «i serbi non rimarranno indifferenti quando si tratta di un attacco diretto alle loro libertà e si prepareranno a uno scenario militare».
La NATO non è stata da meno, annunciando che nel caso dovesse mettersi a rischio la stabilità della regione è pronta a intervenire, come già avvenne nel 1999.
 
Il conflitto in Jugoslavia fu la prima vera guerra in Europa dopo il 1945 e segnò l’inizio di una delle pagine più buie della storia recente dell’Antico Continente.
Nel marzo 1999 le forze della Nato – costituita da Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Canada, Spagna, Portogallo, Danimarca, Norvegia, Turchia, Paesi Bassi e Belgio – avviò la sua operazione contro la Repubblica Federale di Jugoslavia di Slobodan Milosevic, consistita in una intensa campagna di attacchi aerei a fine strategico durata oltre due mesi, fino al 10 giugno, evitando scrupolosamente l’opzione
 
L’Italia fu impegnata in Kosovo per otto anni ininterrotti per garantire la pace e la vita democratica in quel paese, finché lo scorso anno non cedette il comando alle Forze armate ungheresi.
Il Kosovo è la missione più longeva della NATO e anche la più corposa, dato che impegna 3.700 uomini (il Libano sono 3.000).
Di quei 3.700 soldati, 600 sono italiani, composti da tutte le armi, Esercito, Aeronautica, Marina e Carabinieri.
Speriamo dunque che il tutto si limiti a far la voce grossa in questo anno che di pace proprio non ne vuole sentir parlare.