Vince Joe Biden, si chiude la brutta parentesi del Tycoon
La triste eredità che Donald Trump lascia agli USA, all'Europa e al mondo intero
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Dunque l’era Trump tramonterà a mezzogiorno del 20 gennaio prossimo.
La legge elettorale americana vuole infatti che il cambio della guardia avvenga a quell’ora e in quella data. E al posto di Trump si insedierà Joe Biden.
Non è bello il segno che l’Amministrazione Trump lascia di sé. Da quando pronunciò quel famoso «America first» ha preso decisioni decisamente criticabili dai suoi concittadini, dai suoi alleati, dal Mondo Occidentale e dall'intero pianeta.
Già quell’America first sollevò le critiche degli altri paesi americani, perché gli USA non sono l’America intera.
Le prime volte, poi, aveva addirittura preso decisioni che la Corte suprema cancellò come anticostituzionali. Forse era in buonafede, il che però lo addita come poco conoscitore della Costituzione americana, forse in malafede, ma non possiamo dirlo.
Bisogna dire, a suo discarico, che quel lontano tragico 11 settembre 2001 aveva sconvolto profondamente gli Stati Uniti e che lui ha cercato di dare il colpo di grazia ai «nemici» dell’America.
Non gli è andata bene, è riuscito solo a dividere il suo paese e a portarlo all’orlo dello scontro sociale, civile, razziale.
Anche le particolari libertà concesse alla Polizia risalgono all’11 settembre. Poliziotti che sparano per strada senza remore sono sostanzialmente permessi e, guarda caso, a farne le spese sono le persone di colore, i poveracci, i disgraziati.
Anche lo stop sconsiderato contro gli immigrati rappresenta un punto negativo per l’Amministrazione Trump. Al di là della battuta infelice per cui il muro che gli USA volevano costruire sul confine col Messico dovesse essere pagato dagli stessi Messicani, la separazione dei genitori «illegali» dai figli nati sul suolo americano ha generato un profonda amarezza alla gente perbene.
Ripercorrendo un po’ la storia della sua Amministrazione, vediamo un sacco di cose che ai nostri occhi paiono inspiegabili, se non addirittura assurde.
Cominciamo con l’abolizione della legge sulla salute, che Obama aveva voluto per consentire che anche i più poveri potessero ricorrere alle cure mediche. Non era una grande riforma, ma era un primo grande passo avanti. Trump ha tolto questa legge e ci domandiamo come possa aver pensato al benessere di tutti gli americani con questa legge decisamente egoistica.
Stesso pensiero possiamo farlo sulla diminuzione delle tasse ai più ricchi. Già Reagan aveva provato a rovesciare le posizioni favorendo i più ricchi, pensando che la loro maggiore disponibilità si trasformasse in una maggiore offerta di lavoro. I risultati non erano stati quelli auspicati, eppure Trump ha adottato lo stesso questa misura, che per gli Eruropei (più dell’altra metà del Mondo Occidentale) è fuori di testa, come lo è la mancata previdenza sociale.
Per restare in tema di tasse, ancora più inspiegabile è stata la posizione di Trump nei confronti dei colossi del Web. Per lui era illegale che gli stati non americani chiedessero lorb di pagare le tasse ai governi dei paesi in cui veniva prodotto il reddito. Pensiamo ai miliardi di reddito che portano a casa Facebook, Google e quant’altri fatturando a persone e aziende italiane. E Trump aveva minacciato rappresaglie nei confronti dei paesi che volevano tassare i colossi americani.
E allora passiamo ai dazi. Il principio dei dazi è caduto da anni nelle economie mondiali. Se applichi dazi sui prodotti di importazione, è inevitabile che quei paesi ricambi con lo stesso sistema. In quella maniera i dazi si alimentano l'uno con l’altro, anche se a farne le spese sono poi i cittadini che si trovano costretti a pagarli.
Che fosse concorrenza sleale l’aiuto alla Airbus aiutati da parte di alcuni stati europei, possiamo condividerlo. Ma che per ripicca Trump abbia voluto imporre i dazi sui prodotti alimentari provenienti dall’Italia (che non è nel business della Airbus) è difficile da giustificare.
Per passare al clima, il ritiro degli USA dall’Accordo di Parigi per salvare il pianeta dimostra una mancanza totale di sensibilità nei confronti dell’ambiente. Se poi pensiamo che successivamente ha riaperto le miniere di carbone per la produzione di energia elettrica, fonte assodata dei primi inquinamenti dell’ambiente, ci domandiamo se l’economia valga davvero la salute e il futuro del mondo.
Per restare in tema della salute, il modo superficiale col quale ha affrontato la pandemia Covid-19 conferma l’incapacità del presidente uscente ad affrontare le emergenze più importanti.
Già che c’era, non condividendo il suo operato, ha tolto i fondi all’Organizzazione Mondiale della Sanità.
E, a seguire, ha scomunicato l’ONU, che faceva di testa propria.
E ha protestato anche sulla gestione finanziaria della NATO. L’America doveva pagare meno e gli altri stati di più. Pena la rottura.
Per quanto riguarda i rapporti con l’Estero, è giunto a soffiare sul fuoco nella lite tra l’Unione Europea e il Regno Unito. Fedele al principio del «dividi et impera», aveva capito che l’Europa spaccata fosse più facile da dominare.
Poi ha litigato alla grande con la Cina, ha rotto i buoni rapporti con Cuba avviati da Obama (forse per fare felici i fuorusciti cubani residenti in Florida), ha disdetto il contratto sottoscritto con l’Iran in tema di produzione atomica.
E ha sospeso unilateralmente l’accordo di non proliferazione nucleare, uno dei passi più avanzati della civiltà fin da prima della caduta dell’Unione Sovietica.
Ha trovato invece un partner ideale nella Corea del Nord - rapporti poi sospesi - forse perché i due leader avevano mire in comune nei propri paesi.
Insomma, a ben vedere, possiamo ritenerci fortunati che abbia vinto Joe Biden.
Noi pensiamo che gli Statunitensi abbiano fatto un passo avanti. Questo non tocca la nostra vita, ma sicuramente il mondo e in particolare l’Europa hanno una prospettiva di vita molto migliore: il Mondo Occidentale sarà nuovamente unito.
GdM