Le bollette della luce hanno raggiunto un livello insostenibile

Questa è la vera emergenza del paese, concreta, attuale, immediata. E va risolta subito, senza attendere l'Europa e i suoi tempi blblici

Stanno arrivando le bollette della luce relative al mese di ottobre 2022.
Come anticipato dall’autorità per l’energia, gli aumenti sono stati del 56%, percentuale che va a sommarsi agli aumenti già caricati nelle bollette precedenti.
Viene fuori che una famiglia di tre persone spende oggi in un mese quasi 300 euro.
La situazione è insostenibile per la maggior parte delle famiglie e dei pensionati.
Viene da ridere a sentire che lo Stato impone un minore consumo di energia, perché comunque quella che si è autorizzati a consumare è fuori della portata della maggior parte della gente.
 
I meno giovani ricordano certamente la crisi energetica del 1973, quando gli italiani furono obbligati a non circolare in auto la domenica e nei giorni feriali a targhe alterne. Si potevano solo prendere i mezzi di trasporto pubblico, si andava a piedi o in bicicletta.
I paesi produttori di petrolio avevano interrotto le forniture ai paesi del Mondo Occidentale perché avevano sostenuto Israele nella guerra del Kippur.
Fu una crisi spaventosa per la gente, perché i mezzi pubblici di allora erano praticamente inesistenti. E se in città la gente se la cavava, già in periferia la situazione era pesantissima.
La crisi finì quando i paesi produttori di petrolio si trovarono costretti a vendere nuovamente il petrolio per non morire di fame.
 
Bene, possiamo chiederci oggi che cosa è stato fatto da allora per renderci indipendenti dalle forniture straniere?
Il gas che giace abbondante nel sottosuolo del nostro paese non lo estraiamo, lo lasciamo estrarre alla Croazia.
Dighe per nuove centrali idroelettriche non ne sono più state fatte, vietate dagli ambientalisti. Eppure, le dighe consentono anche di regimentare le piene e di fare scorta per i momenti di siccità.
Le licenze per pale eoliche sono state concesse adesso, dopo anni di tergiversazioni.
L’energia atomica è stata stoppata da due referendum svolti nei momenti peggiori: il primo l’indomani della catastrofe di Cernobyl, il secondo dopo il disastro di Fukushima. Ovviamente la maggioranza ha risposto di no. E così importiamo l’energia atomica dalla Francia, che ha fatto le centrali a ridosso del nostro paese. Anzi, adesso quella energia se la tengono loro…
 
E così adesso ci troviamo bollette della luce insostenibili e con l’angoscia di affrontare un inverno senza sapere se siamo in grado di pagarci il riscaldamento.
La colpa non è di Draghi, sia ben chiaro, ma dei governi che si sono succeduti in questi ultimi 50 anni.
Però è anche giunto il momento di dire basta. Ci sono troppi meccanismi perversi che incidono sui costi e che poco hanno a che fare con la guerra in corso, e neanche con le speculazioni.
Non è possibile che il prezzo dell’energia elettrica sia ancorato a quella del gas metano. Non è accettabile che il prezzo del gas sia uguale in tutta l’Unione Europea. È una vergogna che il prezzo del metano venga fatto con il metodo LIFO, acronimo di Last in, first out che sta a indicare un metodo utilizzato per la gestione dei magazzini in modo prodotti vengano venduti al prezzo dell’ultimo acquisto, anche quelli acquistati tempo prima ai prezzi bassi.
 
Ma soprattutto è assurdo che gli abitanti di un territorio come il Trentino, che ha rinunciato a intere vallate per costruire dighe e produrre energia elettrica rinnovabile, siano costretti a pagare l’energia come in resto del Paese.
Il Trentino, con le sue 39 centrali, produce più energia elettrica di quanta non ne consumi, eppure, eccoci qui a dover pagare 300 euro al mese per mantenere un livello di vita civile.
Ovviamente queste regole strampalate non sono scese dal Cielo, ce le siamo date noi. Quindi siamo tecnicamente in grado di rimediare.
Come? A tre livelli: locale, nazionale ed europeo.
 
L’Europa deve rivedere completamente il sistema del prezzo unico e separare il gas dell’energia. Sono mesi che ne parlano, senza trovare un accordo. Si deve strappare, subito. E con la prossima legislatura europea si deve costruire e votare una costituzione che privilegi il buonsenso.
L’Italia non può più attendere l’Europa e deve agire motu proprio. La Germania l’ha già fatto investendo 200 miliardi per ridurre i costi a famiglie e imprese, facendo concorrenza sleale agli altri stati.
Non si tratta di sfasciare l’Europa - anche se la Germania ci sta andando vicina - ma di anticiparla.
Localmente la Provincia autonoma di Trento deve aiutare i suoi cittadini contribuendo alla spesa di metà delle bollette. E subito. Ma non con un bonus una tantum, ma tutti i mesi finché i prezzi non tornano sotto controllo. La provincia può rifarsi ampiamente col rinnovo delle concessioni.

Un’ultima osservazione. Con queste lievitazioni di prezzi, l’Euro si è svalutato del 10%. Si dovranno adeguare stipendi e pensioni.

GdM