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8 dicembre, sì viaggiare: in movimento 12 milioni di italiani

Oltre il 94% resta nel Belpaese, per un giro d’affari di 4,14 miliardi che va a sostenere la crescita del PIL

Ricomincia a prenotare con largo anticipo, sceglie rigorosamente di viaggiare in Italia e nella maggioranza dei casi nella propria regione, è parsimonioso nello shopping ed ha come priorità nella motivazione della propria vacanza il relax, la buona compagnia, le visite nei patrimoni naturali e paesaggistici e nelle città d’arte del Belpaese.
 
Ecco la fotografia dell’italiano tipo che viaggerà per questo ponte dell’Immacolata: saranno 12 milioni e 183mila i concittadini che si metteranno in movimento nella festività dell’8 dicembre secondo l’indagine di Federalberghi, realizzata con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions ed effettuata tra il 23 ed il 28 novembre 2022 su un campione rappresentativo di oltre 3mila individui.
 
«Grazie a un calendario favorevole, con la festività dell’8 dicembre che cade nella giornata di giovedì, molti italiani potranno concedersi una meritata vacanza, – ha dichiarato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca a commento dei risultati della ricerca. – Ma il ponte dell’Immacolata è importante per tutta la comunità, perché genera un contributo importante per lo sviluppo del PIL e dell’occupazione.»
 
«Non saremo altrettanto fortunati invece in occasione delle festività natalizie, – ha aggiunto Bocca. – Sia il 25 dicembre che il 1° gennaio 2023 infatti, coincidono con la domenica.
«Da questo punto di vista, seppure soddisfatti della performance di questo ponte lungo, siamo prudenti nel cantar vittoria, in attesa di verificare che cosa accadrà in occasione del Natale.»
 
«Gli elementi di maggior effetto che io ritengo siano da sottolineare hanno a che fare con un nuovo atteggiamento dell’italiano che viaggia, – afferma il presidente di Federalberghi. – Alla tendenza già consolidata di restare nel proprio paese, si aggiunge la rinnovata curiosità di imparare a conoscere fino in fondo il proprio territorio.
«Dai parchi, ai borghi, alle tradizioni enogastronomiche, ogni cosa è importante per consolidare la propria conoscenza di luoghi che si sono avuti sempre a portata di mano ma che, con l’esperienza della pandemia, sembrano diventati più interessanti.»
 
«Si evidenzia inoltre un ritorno all’antico: a giudicare dai dati, gli italiani hanno ricominciato a prenotare con un certo anticipo, strutturandosi in modo molto più solido prima di affrontare una vacanza e dimostrando maggiore determinazione nella realizzazione del viaggio.»
 
«Certo – ha concluso Bocca – ancora una volta abbiamo dovuto guardare in faccia la realtà, e cioè che la stragrande maggioranza delle scelte sono state fortemente condizionate dal proseguire del conflitto in Ucraina e dai conseguenti e drammatici rincari energetici che stiamo tutti vivendo sulla nostra pelle.
«Si tratta di una criticità che grava enormemente sul sistema turistico ricettivo e richiede soluzioni tempestive per il bene di tutto il Paese.»

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