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Festa del 2 giugno, il «piccolo grande esodo»

Circa 13 milioni in viaggio la vacanza è la festa della repubblica. Giro di affari di oltre 5 miliardi – Tanta voglia di Italia (87,4%) e vince il turismo di prossimità

Circa 13 milioni di italiani in viaggio per il ponte del 2 giugno, la maggioranza dei quali (87,4%) sceglierà di restare in Italia.
Mare, montagna, parchi, città d’arte e bellezze naturali le destinazioni prescelte, il più vicino possibile alla propria regione di appartenenza.
Per coloro che invece andranno all’estero (12,6%) in pole position sono le grandi capitali europee ma anche il viaggio in crociera.
In testa alla classifica, appare in evidenza uno straordinario e sano bisogno di relax, distrazione e divertimento, ovvero l’esigenza di godersi una vacanza in totale spensieratezza.
 
Sembra di fare un passo indietro nel tempo, o forse in un auspicabile futuro, analizzando la fotografia del movimento turistico degli italiani in occasione della festa della Repubblica, secondo l’indagine previsionale della Federalberghi realizzata con il supporto di ACS Marketing Solutions.
 
«Dopo il periodo drammatico della pandemia, con l’angoscia del conflitto in Ucraina, la nostra gente ora ha voglia di evadere, di lasciarsi alle spalle la cupezza e il pessimismo che la diffusione del covid19 aveva generato negli animi di tutti – afferma il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, analizzando i risultati della ricerca.
 
«L’abbattimento seppure parziale delle restrizioni dettate dal Governo a causa della pandemia, rappresenta metaforicamente la caduta di un muro: quello dell’incertezza, della paura, dell’incognita.
«Ora si ha davvero la sensazione di poter riassaporare una vacanza con spensieratezza, o quanto meno una vacanza che abbia lo scopo terapeutico di riparare i danni causati dai lunghi e gravosi periodi di lockdown e sappia tenere lontana anche per poco la spirale delle preoccupazioni.»
 
«I nostri concittadini dimostrano sempre più di avere tanta voglia d’Italia, – prosegue Bocca. – Nella maggioranza dei casi, a vincere sarà il turismo di prossimità: non solo si resterà nel proprio Paese, ma anche in località vicine alla propria regione di appartenenza.
«Leggo questo approccio come una nuova tendenza: ciò che è più facilmente accessibile è anche maggiormente godibile.
«Un concetto semplice di cui si era in parte perso il valore negli anni pre-pandemici. Il progetto di viaggio inoltre, è stato in questo caso potenziato dal fatto che la festività del 2 giugno cadrà nella giornata di giovedì.»
 
«L’albergo torna ad essere visto come un porto sicuro, questo anche grazie allo scrupolo ed alla meticolosità con cui nelle nostre imprese abbiamo applicato i protocolli sanitari.
«A sceglierlo come luogo del proprio soggiorno sarà il 23% degli intervistati, ottenendo il secondo posto rispetto alla casa di parenti o amici (31,2%).
«Sono sempre meno gli italiani che decideranno di restare a casa per paura del contagio, – rivela Bocca. – Questo è il segno che siamo sulla via della guarigione in tutti i sensi, e che il panico causato dalla pandemia anche a livello psicologico probabilmente sta rientrando del tutto.»
 
«Resta il dramma di coloro che non partiranno per problemi economici (34%), – conclude il presidente di Federalberghi. – L’impegno deve essere ecumenico. Noi faremo la nostra parte, ma politica e istituzioni dovranno tenere conto del fatto che la vacanza è un bene primario per tutti.»

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