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Come si leggono le ferie in busta paga?

Tutte le informazioni da prendere in considerazione per conoscere i proppri diritti

Le ferie, diritto irrinunciabile stabilito dalla nostra Costituzione, giocano un ruolo cruciale nel garantire il benessere psicofisico dei lavoratori.
Vista la loro grande importanza, infatti, è essenziale saperle leggere correttamente all’interno della busta paga, così da poterle gestire in modo consapevole e pianificare le proprie assenze in maniera accurata.
Troppo spesso, infatti, si accomuna l’uso dei permessi e delle ex festività con le ferie, ma non sempre si tratta della stessa cosa.
Saper leggere tali indicatori presenti nella propria busta paga, quindi, permette di distinguere chiaramente tra i vari tipi di assenze retribuite e di gestirle al meglio.
 
 Dove trovare le ferie nella propria busta paga: i tre indicatori  
Le ferie, generalmente, vengono indicate nella parte bassa del cedolino, vicino ai contatori degli altri permessi per le assenze retribuite. Ogni busta paga, inoltre, riporta tre indicatori principali che riguardano le ferie:
1. Ferie maturate negli anni precedenti;
2. Ferie maturate durante l’anno corrente;
3. Ferie godute.
È essenziale tenere sotto controllo tali indicatori per sapere a quanti giorni di ferie si ha diritto, così da pianificare le proprie assenze e vacanze in modo accurato, evitando spiacevoli imprevisti.
 
 Ferie maturate negli anni precedenti  
La prima voce che figura in busta paga, solitamente, è quella che riguarda le ferie maturate durante gli anni di lavoro. Indicate con la dicitura «Ferie A.P» (anni precedenti), definiscono l’ammontare di giorni maturati negli anni prima di quello attuale, ma non ancora utilizzati.
È cruciale monitorare questo indicatore poiché le ferie non utilizzate, sebbene non vadano perse, devono essere prese entro 18 mesi dalla fine dell'anno di maturazione, salvo diversa indicazione dal CCNL di riferimento.
 
 Ferie godute in busta paga  
La seconda voce che appare nel cedolino paga riguarda le ferie godute. Com’è semplice intuire, mostra quanti giorni di ferie sono stati effettivamente utilizzati dal lavoratore durante l'anno in corso, ossia dal 1° gennaio al 31 dicembre.
In alcuni casi eccezionali, può capitare che tale contatore risulti negativo. Ciò avviene quando il lavoratore ha usufruito di più giorni di ferie rispetto a quelli maturati. Basterà soltanto continuare a lavorare per la medesima azienda per maturare i giorni necessari a coprire tale “debito”.
Invece, nell’eventualità di cessazione del rapporto di lavoro, se il saldo delle ferie risulta negativo, l'importo corrispondente ai giorni utilizzati senza averli maturati verrà trattenuto dall'ultima busta paga.
 
 Le ferie residue nella busta paga  
Il terzo indicatore a cui prestare attenzione in busta paga è quello sulle ferie residue. Segnala, infatti, la somma delle ferie maturate negli anni precedenti e di quelle maturate nell'anno corrente, al netto delle ferie godute.
Ogni mese, il contatore delle ferie residue aumenta dell'importo di maturazione previsto dal contratto collettivo applicato nella propria azienda. Tale indicatore è cruciale per pianificare le assenze future al meglio.
 
 Permessi: come trovarli e leggerli correttamente  
Oltre alle ferie, anche i permessi si trovano nella parte bassa del cedolino paga. Sono solitamente indicati in ore e possono essere utilizzati per assenze di breve durata.
Esistono diverse tipologie di permessi, che possono variare in base al contratto collettivo nazionale del lavoro applicato nella propria azienda. Ad esempio, per i dipendenti del Commercio si parla di ROL (Riduzione Orario di Lavoro), mentre per quelli della Metalmeccanica si usano i PAR (Permessi Annui Retribuiti).
La distinzione tra ferie e permessi è cruciale: le ferie devono essere utilizzate per periodi di riposo più lunghi, al fine di garantire un vero recupero psicofisico, mentre i permessi sono pensati per giustificare assenze brevi, spesso legate a esigenze personali o familiari.
 
 Come trasformare le ore di permessi e le ferie in giorni  
Qualora un dipendente faccia un giorno di assenza, questo potrebbe essere giustificato sia con l’utilizzo di un giorno di ferie che con un numero di ore di permesso.
Le ferie, per natura, sono concepite per ripristinare il benessere psicofisico di un lavoratore e, dunque, non possono essere usate a ore. Al contrario, i permessi sono necessari per assenze di breve durata.
Infine, se nel proprio cedolino ferie e permessi sono indicati a ore, basta dividere le ore segnalate per le ore lavorative giornaliere per convertirle in giorni.
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Si tratta, del resto, di un’innovativa piattaforma che offre tutti gli strumenti indispensabili per orientarsi nel settore con attenzione, sicurezza e consapevolezza.

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