Fenalt, Sanità: «Inaccettabili i ritardi della Provincia autonoma»
In Trentino si paga più che altrove la fiammata inflazionistica dovuta ai rincari di energia e alimentari. I lavoratori sono sul piede di guerra
«Il ritardo nell’erogazione degli arretrati contrattuali del 2020 e 2021 per i dipendenti della Provincia, di Comuni e delle Case di riposo sta esasperando i lavoratori sia per il fatto che i maggiori costi dovuti all’inflazione e al rincaro dell’energia si pagano molto di più in Trentino rispetto ad altre province d’Italia sia perché la soap opera sembra non finire mai: si firmano preintese, ipotesi di accordo e poi non si arriva mai all’accordo definitivo. Difatti non siamo ancora stati convocati per la firma necessaria per dare il via alla liquidazione degli arretrati!».
È furente il segretario generale della Fenalt, Maurizio Valentinotti, per i tempi amministrativi che potrebbero far slittare ancora di un mese l’erogazione degli arretrati.
Il suo cellulare è rovente: le chiamate degli iscritti per avere informazioni si susseguono senza posa. Ma quali sono le cause?
«Crediamo – dice Valentinotti - che questo sia dovuto ad un eccesso di prudenza da parte dei vertici provinciali che temono di avere rilievi da parte dello Stato. Peccato che i vicini altoatesini hanno già liquidato il triplo delle nostre cifre relative al triennio in discussione (19-21), senza preoccuparsi più di tanto».
Il Segretario generale ci tiene a far sapere che manca all’appello anche un accordo sull’uso di 3,5 milioni di Euro che Fenalt ha chiesto a ed ha ottenuto alla fine di luglio dall’Assessorato alla sanità per istituire un premio covid per tutti i settori extra Apss, e quindi Apsp e Sanità Privata: «Nonostante i ripetuti solleciti, nessun incontro si è tenuto per discutere della distribuzione di queste risorse» osserva Valentinotti.
Anche per quanto riguarda il prossimo contratto (che partirebbe dal 2022) il Sindacato non ha ricevuto notizie sulle risorse, ed anche questo è fonte di grande preoccupazione per i lavoratori:
«Ci chiediamo quindi – commenta con amarezza il Segretario - se dobbiamo cominciare a portare i lavoratori in piazza per smuovere l’Amministrazione provinciale: secondo la Cgia di Mestre il Trentino-Alto Adige è al terzo posto nella poco invidiata classifica del rincaro dei prezzi di luce e gas! I nostri politici se ne rendono conto? Questo è il momento di prendere decisioni che dimostrino l’attenzione per la coesione del tessuto sociale. Altrimenti si va verso il depauperamento dei lavoratori, in particolare quelli pubblici i cui salari nel decennio 2013-2022 sono cresciuti del 6,7% a fronte di una corsa dei prezzi del 14%. E a dirlo non sono i sindacati, ma l’Aran! Per questo – conclude Valentinotti – la Fenalt non è così critica come i Confederali sull’ipotesi delle gabbie salariali. Sarebbe più che positivo tener conto dei maggiori costi sostenuti dai lavoratori delle realtà di montagna rispetto ad altre realtà dove i costi energetici ed i prezzi in generale sono più bassi».