Patto inflazione, Coldiretti: rilanciare consumi in calo del 5%
«Occorre evitare che il peso dell’iniziativa anti inflazione si scarichi sugli anelli più deboli della catena salvaguardando i bilanci dei produttori agricoli»
È importante rilanciare i consumi alimentari in una situazione in cui a causa dell’aumento dei prezzi le famiglie hanno tagliato di quasi il 5% le quantità di cibo e bevande acquistate nel 2023.
È quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’entrata in vigore del patto sul trimestre anti-inflazione.
«La situazione di difficoltà – sottolinea il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi – è resa evidente dal fatto che in controtendenza volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo di quasi il 10% nei primi sette mesi nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio.»
Un risultato che – precisa Coldiretti Trentino Alto Adige– evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità.
Le famiglie – precisa Coldiretti Trentino Alto Adige – tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.
Ma con la diminuzione delle quantità acquistate a causa del caro prezzi si cerca anche di fare più attenzione agli sprechi, razionalizzando i consumi a partire dalla gestione degli avanzi.
Il paniere anti-inflazione – sottolinea Coldiretti Trentino Alto Adige – deve garantire il rispetto della normativa vigente in materia di contrasto alle pratiche commerciali sleali di cui al D.Lgs 198/2021 e in particolare quella relativa al divieto di vendita sottocosto ed assicurare che non si producano distorsioni nella ripartizione del valore e di una equa remunerazione, a pregiudizio soprattutto delle fasi contrattualmente più deboli, posizionate a monte della filiera agroalimentare.
Occorre infatti evitare – conclude Coldiretti Trentino Alto Adige – che il peso dell’iniziativa si scarichi sugli anelli più deboli della catena salvaguardando i bilanci dei produttori agricoli e degli operatori della trasformazione, industrie e cooperative, che sono stati i più colpiti dall’incremento dei costi di produzione, tutelando il tessuto produttivo e l’occupazione.