Il Credito cooperativo trentino (al completo) a Bruxelles
I vertici di tutte e dodici le Casse Rurali trentine e delle società di sistema hanno incontrato a Bruxelles i rappresentanti delle istituzioni
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Dal 20 al 22 settembre i rappresentanti del credito cooperativo trentino e degli organismi centrali della Cooperazione Trentina hanno trascorso tre giorni a Bruxelles caratterizzati da incontri, relazioni e approfondimenti con i rappresentanti delle istituzioni politiche e delle organizzazioni di tutela della Cooperazione in Europa.
La delegazione trentina, guidata dal presidente e dal direttore della Federazione Trentina della Cooperazione Trentina, Roberto Simoni e Alessandro Ceschi, contava al suo interno (d’intesa con Cassa Centrale Banca) presidenti, direttori e amministratori delle Casse Rurali Trentine.
«L’Unione Europea rappresenta un faro di opportunità per le imprese cooperative – ha spiegato Simoni - Le decisioni prese a Bruxelles influenzano direttamente il nostro futuro e il successo delle nostre imprese. Lo scopo di questo viaggio è quello di comprendere i meccanismi, i programmi e gli strumenti dell’UE per rafforzare le nostre cooperative e favorirne la crescita».
Nello stesso tempo la tre giorni si è dimostrata opportunità straordinaria per «presentare agli interlocutori europei la peculiarità delle banche di comunità, cooperative di credito che condividono l’appartenenza a una vasta rete di imprese che caratterizza e qualifica il territorio trentino in tutti i settori dell’economia e del welfare».
A Bruxelles erano presenti i rappresentanti delle dodici Casse Rurali del Trentino e di altre istituzioni di credito del sistema: Banca Mediocredito del Trentino Alto Adige, Fondo mutualistico Promocoop Trentina spa, Cooperfidi e Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine.
La delegazione trentina è stata accompagnata da Federcasse, la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali. Agli incontri ha partecipato il direttore generale Sergio Gatti.
«Le normative bancarie provengono principalmente da regolatori europei, e la supervisione delle Casse Rurali è affidata all'autorità di vigilanza europea – ha osservato Silvio Mucchi, presidente del Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine -. Crediamo che la leadership della cooperazione di credito necessiti di aggiornamenti sul quadro normativo europeo e di occasioni di incontro con operatori politici e tecnici delle istituzioni europee».
Molti gli incontri con dirigenti di direzioni e dipartimenti Ue, rappresentanti di associazioni ed enti del credito (Copa-Cogeca, Abi, Federcasse e Confcooperative, Associazione europea delle Banche cooperative), parlamentari. Tra questi l’on. Herbert Dorfmann e l’on. Irene Tinagli.
Tra i dossier di maggiore evidenza il tema della proporzionalità di regole che tenga conto della dimensione degli istituti è centrale.
«Dopo anni in cui il credito cooperativo è stato oggettivamente penalizzato dalla legislazione europea – ha affermato l’on. Irene Tinagli, presidente della Commissione affari economici e monetari del Parlamento Europeo - nell'ultima revisione dei regolamenti in materia che recepiscono i recenti standard di Basilea siamo riusciti a far riconoscere la specificità di queste realtà e il loro ruolo nello sviluppo dei territori. In questo modo le Bcc possono beneficiare di una differenziazione delle regole in modo proporzionale alla loro dimensione, visto e considerato che non sono multinazionali. Per questo hanno bisogno di una attenzione particolare, che non significa non rispettare le regole, ma di applicarle in modo proporzionale. Questo deve permettere a queste imprese di svolgere un ruolo sociale, di attenzione ai territori e alle Pmi che sono l'ossatura del nostro Paese. Un primo passo che riconosce la specificità di queste banche e che si muove nella direzione del buon senso nell'applicazione delle regole europee».
Le Casse Rurali Trentine rappresentano, oggi come ieri, il principale riferimento per le esigenze finanziarie di imprese e famiglie, puntando su efficienza, solidità, solidarietà.
Negli anni Settanta (1974 per l’esattezza) gli istituti di credito cooperativo avevano dato origine a Cassa Centrale Banca, dal 2019 settimo gruppo bancario nazionale, con 70 banche affiliate in tutta Italia, tra i più solidi in Europa (come confermato da recenti stress test della Banca Centrale Europea).