Il tormentone dell'estate: gli smartphone inquinano?
Beh, ecco qualche suggerimento pratico per alleggerirne l’impatto ambientale
Gli smartphone inquinano: non è più un mistero e si sono moltiplicati nel tempo, anzi, gli studi che hanno provato a sostenere con numeri e dati questa affermazione.
L’insight più macroscopico a cui si è giunti è stato che i modelli più recenti di smartphone hanno un’impronta di carbonio pari a 82 chilogrammi per singolo device: il nostro telefono di ultimissima generazione, cioè, produce CO2 quando lo utilizziamo, quando lo mettiamo in carica, quando va smaltito tra i rifiuti speciali ma anche e soprattutto per essere prodotto.
Per molti versi incredibilmente è, infatti, la fase di fabbricazione di uno smartphone quella che comporta una quantità maggiore di emissioni di anidride carbonica: il processo di estrazione dei materiali di cui lo smartphone è fatto (rame, litio, silicio, eccetera) è tra le attività industriali più inquinanti e alcune statistiche vogliono che si ammortizzi a livello ambientale la produzione di uno smartphone solo dopo oltre dieci anni.
È per questa ragione che, obsolescenza programmata a parte, è dovere di tutti provare a far durare in vita il più possibile gli smartphone: come?
Piccoli trucchi (e un consiglio per gli acquisti alternativo) contro gli smartphone che inquinano
Avendo piccole accortezze fin dal momento in cui li si acquista e, cioè, scegliendo per esempio solo accessori come caricabatterie e cuffie originali o compatibili ma di buona qualità, scaricando solo app verificate e affidabili dai playstore o sui siti ufficiali e avendo cura periodicamente di aggiornarle ed effettuare soprattutto gli aggiornamenti di sistema disponibili e consigliati.
Se gli smartphone inquinano, cioè, ci sono buone pratiche che chiunque ne possieda uno può mettere in atto per minimizzare i danni come, per fare ancora un esempio, effettuare una carica completa del dispositivo quando è scarico ma evitare di lasciarlo attaccato al caricatore una volta raggiunto il 100%: in questo modo si eviterà sia di sciupare corrente e sia di rovinare la batteria del proprio smartphone.
Batteria che, come altre componenti mobili di uno smartphone, potrebbe essere sostituita prima di decidere di mandare in pensione il proprio vecchio telefono.
Sebbene si è visto non essere la principale causa perché gli smartphone inquinano, infatti, anche il corretto smaltimento dei telefoni cellulari, come quello di ogni altro rifiuto digitale, è complesso e dispendioso.
È per questo che una certa filosofia circolare ha portato in voga oggi soluzioni come il refurbishment: anziché finire in discarica, i vecchi smartphone finiscono in laboratori specializzati che, dopo averli fatti passare attraverso una serie di test di funzionalità, li rigenerano, eventualmente sostituendo le parti hardware malfunzionanti e quelle software obsolete, e li rimettono in vendita.
Per chi cerca un telefono nuovo il risultato è la possibilità di acquistare un iPhone 12 pro ricondizionato, così come ogni altro modello top gamma e appena uscito sul mercato, a prezzi e condizioni molto convenienti: fino a oltre la metà del prezzo di mercato, potendo godere di una garanzia di un anno e avendo comunque più certezze sulle prestazioni di quelle che si avrebbero acquistando semplicemente usato.
Per l’ambiente il risultato è, invece, quello di un oggetto che si trasforma più tardi in rifiuto – complesso – da smaltire e dopo aver meglio compensato soprattutto la sua impronta di CO2.