Guida alla fattura elettronica in regime forfettario
Come funzionano la Fattura elettronica nel regime forfettario e quella intracomunitario
Il regime forfettario è un regime fiscale semplificato adatto alle imprese e professionisti di piccole dimensioni.
Prevede agevolazioni fiscali e contributive e necessita di determinati requisiti di accesso e permanenza al regime.
Si tratta di un regime fiscale ideato principalmente per imprenditori e liberi professionisti con tassazione sostitutiva dell’IRPEF ed IRAP, è volto ad incentivare l’apertura e la gestione di attività commerciali o professionali.
Lo Stato Italiano verifica ogni accesso al regime forfettario, analizzando i dati di fatturazione dell’anno precedente.
Per accedere al regime è importante avere un fatturato annuale non superiore ai 65mila euro e l’ammontare complessivo delle spese per lavoro accessorio, dipendente o collaboratori, non deve superare i 20mila euro lordi.
Fattura elettronica regime forfettario: come funziona
La fattura in regime forfettario è obbligatoria per imprese e professionisti, non prevede l’applicazione della ritenuta d’acconto e al suo interno deve essere indicata la dicitura «Si richiede la non applicazione della ritenuta alla fonte a titolo d’acconto come previsto dall’art. 1, comma 67, Legge n. 190/2014».
Nella fattura elettronica è prevista l’applicazione della marca da bollo pari a 2 euro, qualora l’importo della fattura sia superiore a 77,47 euro e l’inserimento del codice #RF che sostituisce l’Iva ordinaria.
Una seconda dicitura da riportare obbligatoriamente in fattura regime forfettario è la seguente: «Operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, della Legge n. 190/2014 così come modificato dalla Legge numero 208/2015 e dalla Legge n. 145/2018.»
I soggetti che aderiscono al regime forfettario sono esonerati dall’obbligo di emissione della fattura elettronica, tuttavia lo Stato Italiano ha introdotto degli incentivi per coloro che vogliono aderire spontaneamente all’invio di fatture elettroniche. L’agevolazione riguarda la riduzione del termine di decadenza per gli avvisi di accertamento di un anno.
L’Agenzia delle Entrate ha inoltre chiarito che i contribuenti forfettari non hanno l’obbligo di conservare elettronicamente le fatture ricevute, nel caso in cui il soggetto cedente non comunichi la pec o il codice destinatario con cui ricevere le fatture elettroniche. In questo caso la fattura ha il codice di default 0000000.
Fattura in regime forfettario intracomunitari: modello Intrastat e reverse charge
I contribuenti in regime forfettario che emettono una fattura verso clienti intracomunitari non sono obbligati ad inviare il modello INTRASTAT per la comunicazione delle operazioni ai fini dell’Iva, se effettuano cessioni di beni o servizi effettuati nei confronti di soggetti passivi comunitari.
In questo caso, la dicitura da inserire nella fattura per chi effettua cessioni intracomunitari è la seguente: «l’operazione non costituisce cessione di servizi intracomunitari ai sensi dell’art 41 comma 2 bis decreto legge 30/08/1993 n. 33».
Per le prestazioni di reverse charge, i contribuenti in regime forfettario devono far riferimento alla Circolare 75/E del 2015, che prevede il trattamento dell’operazione in reverse charge dove l’Iva viene assolta dal committente comunitario o extracomunitario.
Il committente forfettario deve emettere fattura per il solo imponibile e deve indicare obbligatoriamente la dicitura «inversione contabile - reverse charge».