ISTAT: Nel secondo trimestre la stima del PIL è al +0,4%.

Ovviamente non si può parlare di ripresa, ma il dato molto confortante perché consolida l’inversione di tendenza

Prima di pubblicare il servizio sulla stima del PIL per l’anno in corso è bene precisare una cosa.
Non è questione di essere ottimisti o pessimisti, così come ogni critica o ogni elogio inviati al governo nel nome di questi risultati ha solo valenza di convenienza politica.
L’aumento del PIL non presenta grandi numeri, è vero, ma dopo anni di calo va preso atto come la conferma di una inversione di tendenza sia il più bel dato da leggere.
Certo le riforme aiuteranno molto, ma va precisato che solo la ripresa è in grado di alimentare se stessa.

Il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nel confronto con il secondo trimestre del 2014.
Il secondo trimestre del 2015 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2014.
La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell'agricoltura, di un aumento nei servizi, e di una variazione nulla nell'insieme dell'industria (industria in senso stretto e costruzioni). Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.
Nello stesso periodo il PIL è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti e dello 0,7% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,3% negli Stati Uniti e del 2,6% nel Regno Unito.
La variazione acquisita per il 2015 è pari a 0,4%.