Cosa sta accadendo nei mercati finanziari della Cina

Le misure messe in atto dalla Banca Centrale Cinese per scongiurare una crisi di ampia portata

La crisi della Grecia ha distratto l’opinione pubblica da quanto sta accadendo nei mercati finanziari della Cina.
Di seguito riportiamo gli interventi messi in atto dalla Banca Centrale Conese, tra i quali l’immisisone di 43 miliardi per sostenere i livelli delle Blue Chips.
Una cifra che - tanto per dare una dimensione - da sola basterebbe per sanare il debito pubblico della Grecia.

Lo scorso 8 luglio, il governo di Pechino ha annunciato una serie di misure di emergenza per cercare di arginare la forte crisi conosciuta dai mercati finanziari cinesi nell’ultima settimana.
Benché un calo del valore dei mercati azionari fosse registrato già da metà giugno, il netto crollo (8%) dello Shanghai Composite index, indice benchmark utilizzato dagli investitori per valutare lo stato complessivo dell’economia cinese, ha spinto il governo ad intervenire in modo massiccio per scongiurare una crisi finanziaria di ampia portata.
Diverse sono le disposizioni approvate: innanzi tutto la Banca Centrale Cinese ha tagliato i tassi per dare respiro al sistema e, attraverso la controllata statale China Securities Finance Corporation, dovrebbe immettere sul mercato finanziario nazionale circa 42 miliardi di dollari, per consentire a 21 agenzie di intermediazione l’acquisto di azioni di società ad alta capitalizzazione (le così dette Blue Chips).
 
In secondo luogo Pechino ha permesso a circa metà delle società quotate di sospendere la contrattazione dei propri titoli e ha impedito ai maggior azionisti di vendere titoli su mercati secondari, per almeno sei mesi.
Inoltre il governo centrale dovrebbe stanziare 40 miliardi per rafforzare i settori più deboli dell’economia ed incrementare gli investimenti destinati al settore infrastrutture e reti energetiche.
La portata del pacchetto di intervento promosso gli scorsi giorni sembrerebbe rispecchiare l’interesse di Pechino di scongiurare che il contraccolpo della Borsa di Shanghai si possa trasformare in un fattore di criticità per il consenso sociale riscosso dal governo del Presidente Xi Jinping.
Un’eventuale degenerazione della così detta «bolla cinese» in una crisi di maggior respiro, infatti, potrebbe alienare all’attuale governo il consenso sia dei potenti ed influenti giganti economici nazionali, sia dell’emergente classe media, principale blocco sociale di riferimento del Presidente, con possibili ripercussioni sulla stabilità interna.