Secondo le aziende trentine impatto covid ancora per 1-2 anni

Secondo «Intrum», molte imprese attendono pagamenti dalla pubblica amministrazione tra 51 e 75 giorni, tempi più lunghi della media italiana


Antonio Rabossi.

Le imprese del Trentino-Alto Adige prevedono che l’effetto finanziario negativo dell’emergenza Covid duri ancora tra uno e due anni (55% contro una media nazionale del 34%).
Intrum, il principale operatore europeo nei credit services, ha intervistato più di 11.000 imprese di 29 paesi europei per la realizzazione dell’ultimo European Payment Report (EPR) dal quale emerge come il 50% delle imprese trentine coinvolte rilevi un livello di inefficienza amministrativa dei propri clienti (in Italia mediamente solo il 27%) con riflessi importanti per quanto riguarda i tempi di pagamento.
 
Secondo le imprese del Trentino Alto-Adige interpellate i consumatori pagano soprattutto (45%) tra 31 e 50 giorni, una tempistica meno frequente nel resto d’Italia (25%).
Non solo: in regione il 67% dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione vengono eseguiti tra 51 e 75 giorni quando nel resto del Paese la media si ferma al 32%.
Secondo gli stessi manager delle aziende trentine intervistati da Intrum, in regione ricevere i pagamenti oltre la scadenza programmata può essere oggi un fattore «molto problematico» per il 43% delle imprese rispetto a una media nazionale che si ferma al 21%.
 
L’EPR di Intrum ha cercato di indagare anche in quanto tempo manager e imprenditori del Trentino-Alto Adige stimano che la regione possa diventare cashless, ossia fare ricorso esclusivamente alla moneta elettronica: per il 57% di loro ci vorranno circa 10 anni, mentre per il 21% non ci si arriverà mai.
 
 Tempi di pagamento  
In Italia oltre 6 aziende su 10 stimano rischi crescenti.
In Italia, oltre 6 aziende su 10 (il 63% delle realtà intervistate) stimano oggi un rischio crescente (e sono maggiormente preoccupate) rispetto alla possibilità di ricevere i pagamenti nei tempi pattuiti.
L’European Payment Report (EPR) di Intrum, il principale operatore europeo nei credit services, evidenzia un netto incremento rispetto alla situazione pre-pandemica quando, nel 2019, solo il 25% delle aziende italiane intervistate si riteneva «preoccupata più del solito» per il rispetto dei tempi di pagamento da parte dei committenti.
A livello europeo, un terzo dei 11.000 manager e imprenditori (C level e business owners di aziende) ascoltati da Intrum in 29 Paesi, hanno affermato che i ritardi nei pagamenti impediscono la crescita e ben il 70% pensa che pagamenti più rapidi da parte dei propri debitori consentirebbero alle aziende di investire in sostenibilità e innovazione digitale.
 
«A tutti i livelli – ha commentato Antonio Rabossi, Operations Director di Intrum Italy – le aziende sono concordi nel ritenere la sana gestione del credito l’elemento chiave per la ripresa economica nella fase post-pandemica.
«Una sana gestione del credito investe l’impresa di un ruolo sociale: per il 67% delle aziende italiane (69% in Europa) che abbiamo intervistato, il pagamento dei fornitori nei tempi concordati è una delle componenti della responsabilità sociale d’impresa.»
 
 Manager italiani più ottimisti sulla recessione rispetto all’Europa  
Nel 2021 i manager delle imprese italiane sono meno pessimisti rispetto al media europea: 62% contro il 67%.
La situazione si è ribaltata non solo rispetto al critico 2020 travolto dalla pandemia, quando l’83% degli intervistati italiani si aspettava la recessione a fronte del 56% di media europea, ma anche rispetto al 2019, quando il 76% degli intervistati italiani pensava che la recessione fosse imminente contro il 28% della media europea.
Nel contesto di crisi generato dall’emergenza Covid-19, le azioni dei governi sono state decisive per permettere alle aziende di mantenere a livelli accettabili la liquidità nell'ultimo anno: per questo, il 48% della media degli intervistati europei dal report Intrum prevede un rischio considerevole di crescita di ritardi e mancati pagamenti quando le misure di sostegno dei governi saranno ritirate.
Ad oggi, quasi la metà (45%) delle aziende italiane ritiene di essere stata fortunata a sopravvivere all’emergenza sanitaria (49% media europea).
Per vincere la recessione, il taglio dei costi è una risposta secondo il 27% delle PMI e il 24% delle grandi aziende, mentre la riduzione delle assunzioni è nei progetti del 15% delle PMI e delle grandi aziende, ma nel 2020 questo dato era più alto: il 25% per le PMI e il 29% per le grandi aziende.
 
Intrum è il leader europeo nel settore dei credit services con una presenza in 24 mercati del vecchio continente.
Intrum aiuta le aziende offrendo soluzioni progettate per migliorare i flussi di cassa e la redditività a lungo termine e prendendosi cura dei propri clienti.
Garantire che le persone e le aziende ottengano il supporto di cui hanno bisogno per affrontare i problemi finanziari è una parte importante della missione dell'azienda.
Intrum ha circa 10.000 professionisti dedicati che collaborano con circa 80.000 aziende in tutta Europa.
Nel 2020 i ricavi sono stati pari a 16,85 miliardi di Corone svedesi. Intrum ha sede a Stoccolma, ed il titolo Intrum è quotato al Nasdaq di Stoccolma.
Intrum Italy i cui azionisti sono Intesa Sanpaolo (49%) e Intrum Group (51%) ha quasi 1.000 collaboratori e 28 uffici in 22 città italiane.