Partita IVA, scelta del regime fiscale e software per la fatturazione elettronica
Alcuni principi di base per operare la scelta più adatta alle proprie caratteristiche
Un lavoratore autonomo quando decide di aprire una Partita IVA può scegliere di accedere al regime forfettario oppure a quello ordinario.
Il primo, è più vantaggioso del secondo, perché ha costi meno elevati e meno obblighi da ottemperare.
Qual è il giusto regime fiscale da scegliere in base alle esigenze?
Prima di effettuare l’iscrizione ad un regime fiscale piuttosto che ad un altro, è necessario rispettare determinati requisiti, che riguardano il reddito, la fatturazione e il guadagno.
Numerosi sono i lavoratori che desiderano iscriversi al regime forfettario, più vantaggioso, ma non rispettando determinati requisiti, non possono che accedere a quello ordinario.
Vediamo insieme quali sono le caratteristiche principali dei regimi fiscali.
Regime forfettario
Si tratta di un regime agevolato che è stato confermato con la legge di Stabilità del 2018. Tale regime garantisce un’aliquota conveniente del 15% sull’imponibile ma che è ridotta al 5% nei primi cinque anni per chi decide di avviare una nuova attività.
Secondo la legge i lavori che intendono accedere a tale regime devono rispettare alcuni requisiti.
Innanzitutto, il lavoratore non deve superare ricavi e compensi per un valore di 65.000 euro e non deve superare i 5.000 euro annue per le spese del personale dipendente e 20.000 euro per l’acquisto di beni strumentali.
Regime ordinario
Chi rientra nel regime ordinario ha sicuramente una tassazione elevata ed è soggetto sia al pagamento dell’IVA che alle ritenute d’acconto.
L’IVA deve essere dichiarata ogni tre, invece, l’imposta sostitutiva varia in base al reddito.
Fino a 15.000 euro l’imposta sostitutiva è del 23%, tra i 15.001 e i 28.000 euro è de 27%, tra i 28.001 e i 55.000 euro del 38%, tra i 55.001 e i 75.000 euro del 41% e sopra i 75.000 euro del 43%.
È chiaro che solo i lavoratori che hanno un reddito elevato devono accedere a questo regime fiscale ordinario.
Fatturazione elettronica: regime forfettario e regime ordinario
Dal 1° Gennaio 2019 è scattato l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti gli acquirenti, e quindi clienti finali, clienti privati e pubblica amministrazione.
Lo scopo di questa tipologia di fatturazione è quello di contrastare l’evasione fiscale attraverso il tracciamento delle operazioni che avvengono tra i commercianti e i cittadini.
Per creare, emettere e inviare le fatture è necessario utilizzare un software per fatturazione elettronica. Il software consente di tenere sempre sotto controllo il registro contabile sia delle entrate che delle uscite.
Inoltre, risulta valido anche per gestire le anagrafiche, le ricevute, i preventivi, le note di credito.
Non tutte le P.IVA hanno l’obbligo di emettere fatture in formato digitale, infatti, sono esclusi i regimi che sono considerati agevolati e quindi il regime forfettario e il regime dei minimi.
I professionisti che non sono obbligati all’emissione delle fatture in questo formato elettronico, sono però tenuti a conservare le fatture d’acquisto che sono ricevute in questo formato.
Per reperirle basta accedere al sito web dell’Agenzia delle Entrate.
Nonostante ciò, sono numerosi i lavori autonomi che utilizzando i software per la fatturazione elettronica per gestire il proprio business.