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Michele Cristoforetti esce con «VITA è»

Ecco il nuovo singolo e il nuovo videoclip del cantautore trentino

È legato alle note del nuovo singolo «VITA è» il primo progetto discografico targato 2019 di Michele Cristoforetti.
Il brano accompagnato da un videoclip è stato scelto dal musicista trentino anche per lanciare in grande stile il suo tour teatrale che si aprirà il 25 gennaio dal Teatro Astra di Vicenza.
La produzione di «VITA è» è stata seguita nella parte iniziale dalla band dei Kascade, fondata dallo stesso Michele Cristoforetti, secondo il nuovo trend sonoro dell’artista, fondendo il sound rock ed elettronico, che solitamente caratterizza proprio la sua dimensione live.
La produzione in studio invece è stata poi curata dallo storico arrangiatore di grandi musicisti, come Zucchero Fornaciari e Cristiano De Andrè, Max Marcolini, che dopo una coinvolgente recording session nel suo studio a La Spezia, insieme ai fedeli musicisti di Michele, era rimasto davvero entusiasta del risultato finale.
La regia del videoclip invece è stata curata dal videomaker trentino Antonio Benedetti con la partecipazione di Federica Maiello, con le immagini in cui si alternano l’atmosfera urbana con il lungolago gardesano della zona di Torbole.
 

 
A questo link il nuovo videoclip.
Il brano si può scaricare su tutti i digital store.
 
 «VITA è» di Michele Cristoforetti: descrizione del brano 
Michele Cristoforetti, attraverso un suo «essere scomodo», come anni prima nel disco «Muoviti» fece con «Il mio tempo», condivide con il suo pubblico un’altra inconsapevole ma spesso essenziale condizione umana.
Tale condizione è rappresentata dall’esigenza dell’essere di lasciare dei SEGNI.
La materia fluisce senza arrestarsi mai e solo le cose che restano costanti e immutabili impediscono che gli individui abbiano la durata di un attimo.
Questa citazione di Bacon riportata da Rossi nel suo libro definisce la posizione dell’uomo nel tempo, analizzata da un punto di vista esterno che ne evidenzia la precarietà e contingenza.
Ciò affonda le sue radici nel primordiale timore di essere dimenticato che accompagna l’uomo sin dalle origini della sua specie e che si è espresso in varie forme e da parte di innumerevoli popolazioni nel corso della storia.
 
Ciò è evidente se torniamo all’esigenza intima dell’uomo di essere ricordato, per ottemperare la quale egli cerca i mezzi per dare forma alla sua simbolica perpetuazione.
Abbiamo bisogno perciò di forme che contengano pezzi di noi e della nostra vita interiore, che sappiano comunicare quello che siamo.
L’arte nasce dunque dalla paura dell’oblio e del nulla che si traduce nel rappresentare, per rendere presente l’assente, tramite l’immagine, l’arte e la musica, ma anche l’incontro casuale con oggetti, profumi, sapori.
«VITA è» quindi intreccia, come spesso accade nei testi di Cristoforetti, immagini, atmosfere ed emozioni che possono legarsi ad un panorama di vite più vasto possibile.

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