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Al Teatro Sociale debutta il «Don Pasquale» firmato Nichetti

L'opera di Gaetano Donizetti, prodotto dal Centro Servizi Culturali S. Chiara, andrà in scena venerdì 10 e domenica 12 ottobre 2014

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Il nuovo allestimento del «Don Pasquale» vedrà impegnata nel golfo mistico l'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta da Marco Berdondini che, in relazione allo spartito dell'opera, così si esprime.
«Quando ho nella testa musica buffa, sento un picchio molesto alla parte sinistra della fronte, quando è musica seria sento la stessa molestia dalla parte destra. Indicava così Donizetti la facilità con la quale gli scaturivano le idee sia esse di carattere tragico o buffo.
Nel Don Pasquale (sono occorsi solo undici giorni a Donizetti per comporre le parti vocali !) la freschezza dell’ispirazione è straordinaria: un susseguirsi di arie e brani di insieme (come nella tradizione dell’opera comica) molto intensi e musicalmente coinvolgenti; un’attenzione alla resa psicologica e al taglio teatrale dei personaggi, con una maturità di canto e di fraseggio; un andamento molto serrato, reso moderno dai ritmi di danza dell’epoca: mazurche, valzer, galop. Il pubblico viene condotto all’interno delle atmosfere di sentimenti dei vari personaggi o nel battibeccare degli stessi nel susseguirsi degli eventi della commedia.
Tutto è funzionale allo scorrere dell’azione teatrale; i vari momenti, siano essi intimi e psicologici o d’azione, vengono supportati da un’attenta orchestrazione che attraverso un uso raffinato delle possibilità espressive dei vari timbri orchestrali, e un accurato fraseggio, porta ad un unicum elegante che non sfocia mai nell’eccesso caricaturale.
La lettura musicale odierna non può prescindere da questi elementi, cercando di tratteggiare con rispetto e attenzione la leggerezza e spontaneità della vena melodica Donizettiana; facendo si che l’espressività di questo assoluto capolavoro possa fluire all’ascoltatore senza alcun filtro pseudo-intellettuale.»
 


A firmare il nuovo allestimento dell'opera è stato chiamato Maurizio Nichetti che, nelle note di regia, spiega.
Un'Opera buffa, come il Don Pasquale, è stata scritta nel 1843 per divertire e dalla sua prima rappresentazione a Parigi il 3 gennaio di quell'anno, diverte. Nel 2014 si può ancora sorridere delle disavventure di un vecchio celibatario raggirato da una giovane vedova decisa a difendere con ogni mezzo il suo unico e giovane amore? Credo proprio di sì, come tutti i veri classici Don Pasquale tratta un tema universale, attuale anche ai nostri giorni, l'amore nella terza età.
Ben è scemo di cervello chi s’ammoglia in vecchia età, va a cercar col campanello, noie e doglie in quantità.... scriveva Giovanni Ruffini sulle note memorabili di Donizetti. Parole chiare e attuali anche nel nostro secolo tecnologico.
Quando il Centro Santa Chiara mi ha proposto di farne un allestimento arricchito da proiezioni cinematografiche, mi sono preoccupato non poco. Le immagini filmate possono risultare anche molto estranee alla magia di una rappresentazione teatrale. La sfida, che ho accettato, era quella di fare convivere i due linguaggi diversi in un equilibrio di reciproco rispetto.

Con la scenografa, Mariapia Angelini, abbiamo cominciato a studiare i vari luoghi reali o immaginari dell'azione. Siamo entrati nella casa di Don Pasquale, in quella di Norina, nella testa frastornata del vecchio protagonista per raccontare i suoi incubi, i suoi timori, cercando però di non dimenticare l'euforia di quel «Foco insolito», efficace elisir di giovinezza, che può colpire ad ogni età.
Don Pasquale è la storia di uno scherzo, una presa in giro applicata da un Dottore amico di famiglia, antesignano di tanti Amici miei di cinematografica memoria, ma è anche la storia di un amore giovane, contrastato, destinato a trionfare, come è giusto che sia. Quattro personaggi e un'ambientazione scenografica impegnati a recitare una commedia.
Una scenografia recitante che partecipa attivamente nei vari momenti della storia, la commenta, la completa, rimanendo però sempre, discretamente, sullo sfondo, al riparo di arie e note immortali che non si possono disturbare.
Se siamo riusciti a rappresentare con emozioni nuove una storia classica, già raccontata più di mille volte, lo vedremo. Oggi, ancora nel pieno fermento delle prove, posso solo dire che ci siamo buttati con entusiasmo nell'impresa, tutti: teatro, cantanti, tecnici e animatori. Ci siamo affezionati ad ogni scena, ad ogni personaggio a cominciare dal vecchio Don Pasquale per il quale non si può non provare una grande tenerezza.
 


La Compagnia di canto vede impegnati giovani interpreti di grande spessore artistico: Simone del Savio sarà Don Pasquale e nel ruolo di Norina sarà impegnata Serena Gamberoni, affermato soprano di Rovereto.
Francisco Brito darà voce ad Ernesto, Giulio Boschetti sarà il dottor Malatesta e Marco Petrolli il notaio.
Al loro fianco i mimi Klaus Saccardo, Andrea Deanesi e Nicola Piffer.
La progettazione delle scene e dei costumi è stata affidata a Maria Pia Angelini che si avvale dei contributi audiovisivi realizzati da Filippo e Saverio Nichetti.
Il disegno delle luci è opera di Marco Comuzzi.
Accanto ai solisti, sarà in scena il Coro Lirico Regionale TN/BZ diretto da Luigi Azzolini.

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